(AdnKronos) - Prove di dialogo con i partiti, quelle dell'ex Iena, che stridono con le posizioni dei suoi diretti avversari. Non è un mistero, infatti, che l'intesa tra il Pd e il sindaco uscente e ricandidato per la quinta volta alla guida della città, Leoluca Orlando, sia impantanata da settimane nei veti del professore, intenzionato a non accogliere nelle sue liste i simboli di partiti. "C'è un'ipocrisia di fondo - dice ancora il giovane candidato a sindaco -. Il primo ad essere ipocrita è proprio Orlando, che dice di non volere il simbolo del Pd ma nelle sue liste accoglie i democratici". Così anche l'ipotesi del listone di coalizione a cui lavorano i dem per superare l'impasse è per La Vardera "solo un modo per riciclare vecchi nomi"."Io non chiederò ai partiti che decideranno di appoggiarmi di togliere i simboli dalle liste - assicura -, se accetto il loro sostegno non vedo perché debba nascondere la loro presenza. I palermitani non sono stupidi e sanno scegliere". Distante da Orlando e Fabrizio Ferrandelli, il leader de I Coraggiosi anche lui intenzionato a non avere simboli sulle liste, ma anche dal M5s. "E' l'espressione di un mal di pancia diffuso a livello nazionale - spiega -, ma in loro vedo poco cambiamento a livello di contenuti. Anzi, di programmi e di idee in questa campagna elettorale ne ho sentiti ben pochi. Si litiga sui nomi e sui simboli, ma non si parla di cosa fare per Palermo".