Palermo, 8 apr. (AdnKronos) - (di Elvira Terranova) -"Fare il ministro è una cosa seria e non si può giocare con la vita delle persone. Perché con questo decreto ministeriale si va a intaccare l'identità del minore e il diritto all'identità è inalienabile. I figli delle coppie gay non sono bambini di serie B a cui non spetta la carta di identità. Questo decreto è illegittimo oltre che palesemente discriminatorio". Daniela D'Anna è arrabbiata e non fa nulla per nasconderlo. Daniela è referente per le Famiglie Arcobaleno in Sicilia e, con la moglie Celeste, è la mamma di una bimba di otto anni. Daniela e Celeste non hanno digerito il provvedimento a firma del vicepremier Matteo Salvini che prevede il ritorno della dicitura 'padre' e 'madre' sulla carta di identità per i minorenni. Il provvedimento, firmato il 31 gennaio scorso dal ministero dell'Interno Matteo Salvini, da quello della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno e da quello dell'Economia, Giovanni Tria, nei giorni scorsi è stato ufficializzato con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale. "Un decreto ministeriale si fa, di solito, per una questione urgente - chiosa Daniela D'Anna in una intervista all'Adnkronos - mentre non si capisce qual è l'urgenza di modificare sulla tessera dei minori le diciture di 'genitore 1' e 'genitore 2'. Forse il ministro Salvini deve dare una risposta ai signori del Congresso mondiale delle famiglie di Verona e ai magnati che ci stanno dietro? O, forse, per pura propaganda politica, tenuto conto che il ministro dell'Interno dovrebbe sapere che un decreto ministeriale non può sostituire una legge...".Daniela D'Anna parla, quindi, di una "azione assolutamente tendenziosa" per "mettere panico all'interno degli uffici di Stato civile dei Comuni, una gestione quotidiana che è già difficile". E poi se la prende anche con la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, palermitana: "Ha detto che non era una priorità - dice - eppure l'ha firmata. Perché?".Le associazioni delle Famiglie Arcobaleno dopo avere appreso la notizia hanno annunciato ricorso al Tar, tante le coppie di omosessuali che si stanno rivolgendo agli avvocati. Mentre la Regione Piemonte ha già annunciato che chi volesse ricorrere potrà farlo con il suo aiuto economico. E il comune di Torino, apripista nella lotta per i diritti delle Famiglie Arcobaleno con la registrazione all'anagrafe del figlio di due mamme, si è ribellata al provvedimento del governo gialloverde con cui è stata abolita la dicitura 'genitore 1' e 'genitore 2'.