
(Adnkronos) - Nel dettaglio, la produzione è scesa del -2,3% in volume, dato che nelle aziende più piccole del campione intervistato (sotto i 15 milioni di fatturato) si attesta sul -4,5%, mentre sul piano dei consumi interni l’unico comparto in salute è quello delle scarpe sportive/sneakers (+0,8% quantità e +2,9% in valore), a fronte di un calo sensibile delle calzature “classiche” per uomo e donna (rispettivamente del -9,5% e del -8,3% in volume). Per quanto riguarda i canali di vendita, continua l’incremento dell’online (+10,3% in volume e +17,3% in spesa), che ha coperto l’11% in quantità del totale acquisti del semestre, mentre sono in sofferenza il dettaglio tradizionale (-11% le paia vendute, con una diminuzione prossima al 16% in spesa) e l’ambulantato (flessioni attorno al -14%).Sul fronte occupazionale, prosegue il calo nel numero di aziende e nella forza lavoro del settore: il primo semestre 2019 ha chiuso con un saldo di -119 calzaturifici (tra industria e artigianato), pari al -2,6%, e -492 addetti (-0,7%) su dicembre 2018. Gli arretramenti si fanno ancor più pesanti considerando, oltre ai calzaturifici, i produttori di componentistica (-75 aziende e -493 addetti): nell’insieme, dunque, -194 imprese e -985 addetti rispetto a fine 2018. A livello geografico, saldi negativi nel numero di aziende per tutte le sette principali regioni calzaturiere, con la sola eccezione della Lombardia (+13 unità); quanto al numero di addetti, una crescita per Toscana (+117 lavoratori) e Puglia. Le Marche (come già nel 2018) sono la regione con i saldi negativi più marcati, sia nelle unità produttive (-95) che negli addetti (-1.164). Il Veneto chiude invece la prima metà dell’anno con un calo di 30 aziende, tra calzaturifici e componentistica, e con un saldo contenuto nei livelli occupazionali (-20 addetti rispetto a fine 2018). Il numero di imprese attive di Emilia Romagna e Campania si contrae, rispettivamente, di 12 e 6 unità, con la perdita di 149 e 128 addetti. 57 i lavoratori in meno in Lombardia (-0,8%). Infine, le ore di cassa integrazione autorizzate per le imprese della filiera pelle sono salite nei primi 6 mesi del +27,1%, sfiorando i 4 milioni di ore.
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