
Milano, 19 dic. (Adnkronos) (di Vittoria Vimercati) - L'avvocato Domenico Romito si occupa della Banca Popolare di Bari da ormai quattro anni. Da quando, nel 2016, una pensionata di 63 anni si è rivolta a lui perché i suoi risparmi di una vita, 43mila euro, investiti in azioni illiquide della banca, erano diventati improvvisamente 33mila, dopo la prima svalutazione decisa dai vertici dell'istituto. "Io non so nemmeno contare, non so cos'ho fatto", diceva la signora, mortificata. Non li poteva riavere indietro, né vendere le azioni. Oggi quel risparmio vale zero: fine di una storia già scritta, che ricorda molto quella delle banche venete e riguarda quasi 70mila soci che hanno visto 1,5 miliardi di euro investiti in azioni vaporizzarsi in pochi anni. Col tempo, i risparmiatori andati a bussare allo studio dell'avvocato barese, presidente dell'associazione Avvocati dei Consumatori, sono aumentati in modo esponenziale. "All'inizio - racconta all'Adnkronos - i vertici della banca, e non solo, mi consideravano un marziano. A Bari, mettersi contro la Popolare era come profanare un santuario, contestare un benefattore, una sorta di lesa maestà". Le cose adesso sono cambiate. Romito sta seguendo un centinaio di cause intentate davanti al Tribunale civile di Bari e le prime sentenze dovrebbero arrivare a inizio 2020. "Non saprei quantificare quante sono in tutto le cause aperte e in fase di dibattimento contro la banca. Per quanto riguarda le nostre, quelle aperte sono un centinaio, molte altre in preparazione in attesa della documentazione da parte della banca. Ma ora che il vaso si è scoperchiato aumenteranno".
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