
Milano, 28 apr. (Adnkronos) - La città di Milano "si è mossa bene e in maniera proattiva" sul tema della mobilità cittadina, e sul fronte dei mezzi pubblici, nei primi mesi di convivenza con il virus, "la situazione non dovrebbe essere così drammatica". E' il parere di Paolo Beria, professore di Economia dei Trasporti e direttore del Laboratorio di politica dei trasporti al Politecnico di Milano."Ci sarà - spiega all'Adnkronos - una inevitabile riduzione della capacità del sistema, ma anche una riduzione degli utenti. La vera sfida delle aziende è indovinare quale sarà il rapporto tra le due". La domanda è il fattore chiave. "Nelle grandi città - è il suo ragionamento - il problema potrebbe essere meno drammatico di quello che pensiamo. Molti lavoratori sono del terziario. Se continuano a stare a casa in telelavoro, non torneranno in ufficio. Gli studenti non ci sono e nemmeno fiere, grandi eventi o meeting e turismo". Si muove chi ha motivi personali, "ma questo non riguarda gli orari di punta".Il vero problema saranno le casse comunali. Solo ieri, il Comune di Milano ha stimato in oltre 400 milioni le mancate entrate causate dalla crisi sanitaria. La perdita per i mancati introiti da biglietti, stima il professore, sarà "di molte decine di milioni". Il punto sono i viaggiatori occasionali, scomparsi con il lockdown: "I ricavi del tpl a Milano si basano sui visitatori occasionali o sui turisti che comprano biglietti singoli. Non sono certo i pendolari a tenere in piedi il servizio". L'importante, ora, è continuare con "le politiche di rottura, come l'urbanistica tattica, che incentivi le pedonalizzazioni e le piste ciclabili temporanee che poi si possono consolidare".
Leggi anche