Roma, 4 feb. (Adnkronos Salute) - Ben 1,4 milione di screening in meno contro il cancro e 2mila nuove diagnosi di tumore a seno in meno dall’inizio del 2020. È il bollettino di guerra generato dall’emergenza sanitaria da Covid-19, "che riporta l’Italia indietro di 40 anni riguardo la diagnosi precoce dei tumori, in particolare quello al seno, che aveva raggiunto alte percentuali di guarigione grazie alla diagnosi tempestiva". L’allarme è di Giuseppe Petrella, oncologo e già professore ordinario di Chirurgia Generale all’Università Tor Vergata di Roma, e arriva in occasione della Giornata mondiale contro il cancroNel 1980, infatti, si effettuava il 70% di screening di tumore al seno in meno e la mortalità femminile era più alta del 30%. "Nei prossimi anni -prosegue Petrella - avremo pazienti con stadio più avanzato della malattia perché in questi mesi di pandemia non sono state fatte diagnosi, aghi aspirati, biopsie. La situazione tornerà indietro di molti anni e noi medici dobbiamo restare all’erta per fronteggiare questa nuova emergenza".Il cancro al seno è la prima causa di mortalità per tumore nelle donne e in media ne colpisce una su otto: per questo, il ruolo dei medici è fondamentale nel sensibilizzare le donne ad effettuare controlli periodici che possono rivelarsi degli autentici salvavita. "Il primo consiglio è raccomandare la prevenzione -spiega Petrella- Il messaggio che noi medici dobbiamo inviare alle donne è che il tumore alla mammella è uno dei pochi per i quali c’è la guarigione definitiva, ma questa guarigione c’è se viene fatta la diagnosi precoce".Petrella è anche docente del corso Fad "Novità in tema di chirurgia senologica" del provider Ecm Sanità in-Formazione in collaborazione con Consulcesi Club, lanciato in occasione della Giornata nazionale del cancro. Il corso è strutturato in tre macroaree di interesse. La prima è formata dai principali orientamenti in merito di chirurgia conservativa, la seconda è legata al trattamento chirurgico dopo il trattamento neoadiuvante e del ruolo di questo nella riduzione del trauma chirurgico. La terza parte consiste nell’analisi del trattamento multidisciplinare della neoplasia lobulare 'in situ' e dell’evoluzione del trattamento.In qualità di coordinatore scientifico dei corsi Ecm Fad di Consulcesi Club Giuseppe Petrella ha realizzato un'intera collana sulle neoplasie nelle quali il primo appello è proprio rivolto ai medici e ai professionisti sanitari coinvolti nell’attività di screening e prevenzione primaria e secondaria, nell’era post Covid.