
(Adnkronos) - I dati parlano chiaro: le vendite di lassativi (come fibre lassative, prodotti osmotici e salini, prodotti da contatto e lassativi emollienti) hanno infatti visto un’impennata soprattutto nella settimana del 9 marzo, quando si è verificato un fenomeno di accaparramento di prodotti da farmacia a causa della paura scatenata dal primo lockdown (+13,4% a valori a marzo). Tuttavia, anche se le vendite mensili sono state altalenanti nel 2020, sono sempre state maggiori rispetto al 2019, fuorché a maggio quando si è registrata una diminuzione del 2,9% a valori. In luglio e in agosto 2020, il venduto era sostanzialmente stabile, rispettivamente +1,0% e +2,1% in confronto agli stessi mesi dell’anno precedente. A settembre, invece, le vendite hanno ripreso a correre (+7,0%), come pure a dicembre (+8,2%).La pandemia ha influito anche sulla vendita di prodotti per l’insonnia, l’ansia e la depressione, con una crescita connessa alle paure della prima e della seconda ondata e un calo in estate, quando con la sensibile diminuzione del contagio si è diffuso nella popolazione un senso di liberazione. Nel corso del 2020, la vendita di psicofarmaci da prescrizione è cresciuta a volumi dello 0,9% rispetto all'anno precedente. I pezzi venduti sono passati da 127,6 milioni nel 2019 a 128,8 milioni nel 2020, con un andamento altalenante dovuto alla preoccupazione per l’evolversi della pandemia da Covid-19. I farmaci di auto-cura e tutti gli altri prodotti calmanti e antidepressivi (principalmente integratori a base di valeriana e melatonina), hanno visto invece un aumento del 18,3% in farmacia anche se i volumi venduti sono molto minori rispetto ai farmaci da prescrizione: 10,4 milioni di pezzi nel 2019 contro 12,3 milioni nel 2020.
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