
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - Isolamento, solitudine, paura: è la triade che scandisce le giornate della maggioranza degli anziani del nostro Paese, ad un anno dall'inizio della pandemia. "Centri sociali chiusi, sospese tutte le attività che creano assembramento, il turismo sociale, nipoti e familiari lontani" spesso perché potenziali untori. Circoli viziosi che "esasperano le fragilità e le insicurezze di chi vive un'età particolare, soprattutto se non inserito in un contesto familiare". Tanto che l'Auser, Associazione per l'invecchiamento attivo, oltre a gestire le tradizionali attività di prossimità, ancora in vigore, ha infatti dato il via ad un nuovo servizio, "la compagnia telefonica", gestendo una quantità di numeri di telefono "da capogiro". "Abbiamo un elenco di circa 300mila anziani in cerca di socialità, persone che hanno bisogno di esorcizzare le proprie paure", racconta all'Adnkronos il presidente nazionale Vincenzo Costa individuando "nella frequente assenza di cultura digitale un fattore aggravante di stati d'inquietudine ed isolamento". "Noi sollecitiamo la creazione di un fondo per la formazione digitale degli anziani, antidoto ad ansia e solitudine - propone rivolgendosi al Governo - Magari anche all'interno dei patti territoriali formativi". Per chi ha competenze digitali, "sono ancora aperte le università popolari così da mantenere assieme le persone - riferisce - Ma chi non è formato resta indietro. La pandemia ce lo ha insegnato. Per questo stiamo già avviando momenti di formazione digitale dedicati a piccoli gruppi e presenteremo progetti nei prossimi bandi per il terzo settore".
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