
Roma, 24 mar. (Adnkronos) - Il blitz è riuscito. Nel giro di tre giorni Enrico Letta è riuscito a cambiare volto ai vertici dei gruppi di Camera e Senato. Certo, gli equilibri cambiano poco. A palazzo Madama succede ad Andrea Marcucci un'altra esponente di Base Riformista, Simona Malpezzi. Ma l'avvicendamento, quello che non era stato possibile realizzare in epoca Zingaretti, c'è. Dopo giorni di tensione domani al Senato il gruppo dem -convocato alle 8 e 30- voterà compatto per Malpezzi, assicurano fonti parlamentari. Alla Camera i lavori sulla 'successione' a Graziano Delrio sono ancora in corso. Nel pomeriggio, a quanto apprende l'Adnkronos, si era manifestata la possibilità di accelerare i tempi e chiudere un accordo per eleggere già domani la nuova presidente. "Ci sono forti spinte a chiudere il prima possibile", spiegava un deputato dem. Poi, in serata, la conferma del percorso stabilito in precedenza: riunione alle 14 e 30 per il proseguimento del dibattito, alla presenza di Letta, e quindi una nuova riunione per il 'seggio elettorale' la prossima settimana. In pole alla Camera restano Debora Serracchiani e Marianna Madia. E la prima sarebbe in vantaggio sulla seconda, si dice in ambienti dem. Nel caso in cui venisse eletta Serracchiani dovrebbe lasciare la presidenza della Lavoro che il Pd non teme di perdere visto l'accordo con i 5 Stelle che blinda per i dem la guida della commissione. Ma non solo, Serracchiani potrebbe anche lasciare la vicepresidenza dell'assemblea dem. Anche di questo si starebbe discutendo in queste ore. Intanto, un capitolo è sicuramente aperto: quello della sostituzione al governo di Malpezzi, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento. A quanto viene riferito, l'area Lotti-Guerini spinge per mantenere gli equilibri in atto e quindi esprimere una esponente di Base Riformista per il governo. Il nome che circola è quello della senatrice Caterina Biti (ma si fa anche quello della quasi omonima e sempre toscana Caterina Bini) ma non si esclude che possa arrivare la 'promozione' al governo per una deputata. O forse un ritorno, magari con Alessia Morani.
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