
(Adnkronos) - Per l’occasione, riapre il dipartimento degli Strumenti Musicali, ed è da qui che inizia la visita al museo. Inaugurato nel 2001, ospita la collezione del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze con circa cinquanta strumenti musicali provenienti dalle collezioni private dei granduchi di Toscana, i Medici e i Lorena, raccolti tra la seconda metà del secolo XVII e la prima metà del XIX. Spiccano tra di essi, la viola tenore e il violoncello di Antonio Stradivari, entrambi parte del quintetto realizzato nel 1690 per il Gran Principe Ferdinando de’ Medici, un violino Stradivari del 1716, un violoncello Nicolò Amati del 1650, una spinetta ovale e un clavicembalo in ebano, entrambi costruiti da Bartolomeo Cristofori. La raccolta conserva anche dipinti di autori come Anton Domenico Gabbiani e Bartolomeo Bimbi, che hanno rappresentato la vita musicale alla corte in quegli stessi anni.Grazie alla riapertura di un passaggio, da questa sezione, il visitatore passa direttamente, agli ambienti delle ex-Fiorentine, solitamente destinati alle esposizioni temporanee, dove adesso sono allocati i dipinti che si trovavano nella Sala del Colosso, ancora chiusa per i lavori. Una raccolta straordinaria, una vera e propria summa della pittura fiorentina del Quattrocento e del primo Cinquecento che, in questa sistemazione, grazie anche ad una illuminazione più accurata, riacquista tutta la sua preziosità, facendo emergere particolari che sfuggivano nella precedente collocazione. Pensiamo, per esempio, alla Tebaide, di Paolo Uccello, di cui possiamo finalmente godere le delicate sfumature dei colori che fino adesso si erano perdute. In questo contesto troviamo, inoltre la meraviglia del cosìdetto Cassone Adimari dello Scheggia, fratello del ben più celebre Masaccio, specialista nella decorazione di arredi domestici e di deschi da parto; Sandro Botticelli, con la Pala del Trebbio, dal nome del Castello mediceo dal quale proviene; mirabili esempi degli esponenti delle più importanti botteghe fiorentine del Rinascimento come, per citarne alcuni, Domenico Ghirlandaio, Lorenzo di Credi, Jacopo del Sellaio, Filippino Lippi e Mariotto Albertinelli.
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