
(Adnkronos) - Maria Angioni non vuole dire di più su quella attività "morta lì, quel giorno". Però, studiando le carte dell'inchiesta e cercando tra i numerosi verbali, l'Adnkronos risale a un verbale di sommarie informazioni del 22 luglio del 2005, proprio a Ragusa. Da lì emerge che la Procura aveva fatto intercettare un numero a Ragusa e fatto degli accertamenti "per vedere chi era quel soggetto". In quella occasione, i magistrati andarono a Ragusa per sentire alcune persone, appartenenti a un nucleo familiare. Dall'intercettazione si sentì parlare di un omicidio. Le cimici ascoltano: 'purtroppo è morta, è morta'. Ma, all'improvviso, come si evince dal verbale, quella frase "è morta" si riferiva a una pianta grassa. Proprio una pianta. Insomma, l'ennesima stranezza di questa inchiesta piena di misteri."Io ho fatto il massimo, fino all'ultimo giorno. Non potevo fare di più, all'indomani sarei andata a Cagliari", dice. Ma ha lasciato una traccia di quanto avvenuto a Ragusa? "Non ho fatto una relazione - racconta -ma ho informato i colleghi della Dda". "Di fatti strani ne sono capitati davvero tanti, come quando alcune persone intercettate sapevano di essere captate dalle microspie. Una cosa inaccettabile". "Era un terreno minato - racconta ancora all'Adnkronos - non si riusciva a fare niente, si faceva una cosa e ti andava male e se ne distruggeva un'altra ancora. Il pm deve potere delegare, invece lì questa situazione di fiducia non c'era. Se non quei bravi e onesti carabinieri della Sezione della Polizia giudiziaria della Procura di Marsala che ci mettevano il cuore e un grande entusiasmo". Sulla nuova inchiesta aperta dalla Procura di Marsala, dai suoi ex colleghi, Maria Angioni preferisce non dire nulla. Ma spiega: "Sono stata sentita di recente a sommarie informazioni, senza dirmi perché. Non posso aggiungere altro". Ma si dice "fiduciosa" perché "mi rendo conto che le persone stanno parlando, finalmente". "Ho letto che chi ha parlato non è un anonimo, questa è una cosa davvero importante", conclude. Intanto, il mistero continua. (di Elvira Terranova)
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