
(Adnkronos) - Poco tempo dopo la svolta. "Tramite la direttrice del carcere venne allertato il Procuratore capo di allora Giancarlo Caselli. Il magistrato fece chiamare me e Claudio Sanfilippo perché Brusca ci voleva incontrare - racconta Luigi Savina - Così ci andammo, era mezzanotte, raggiungemmo il carcere Ucciardone a bordo di un furgone della Polizia penitenziaria. E lui ci disse: 'Voglio collaborare', ma la nostra collaborazione era mirata ad avere qualcosa di immediato, cioè avere notizie dei latitanti". Così iniziarono i colloqui investigativi e poi gli interrogatori con le prime rivelazioni di Brusca. Ma cosa è rimasto oggi di quella Cosa nostra? "Quella mafia che conoscevamo è stata distrutta - dice Savina - o sono in carcere o sono deceduti, questo non significa che la mafia non sia pericolosa. Nel 2018 ho voluto partecipare, da vicecapo della Polizia, alla Festa della Polizia a Palermo, e ho ascoltato l'intervento del questore Cortese, che parlava della pericolosità di Cosa nostra". (di Elvira Terranova)
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