
Milano, 6 ott. (Adnkronos) - "Una cosa è certa, non ci fermiamo qui e teniamo alta l'attenzione sul Monte dei Paschi". Ora che l'elemento di incertezza delle elezioni suppletive a Siena è stato rimosso e il seggio assegnato al leader Dem Enrico Letta, i sindacati bancari restano in attesa di un incontro al Mef con il ministro Daniele Franco ("o chiunque sia titolato a parlarne") per discutere del destino dei dipendenti di Mps. "Siamo ancora al comunicato del 29 luglio di Unicredit, non sappiamo nulla e nessuno ci ha convocato", spiega all'Adnkronos Federico Di Marcello, segretario Fisac Cgil per Siena. "Lo ritengo particolarmente grave, anche un incontro interlocutorio sarebbe bastato per dare tranquillità ai lavoratori".Dall'ultimo grande sciopero del gruppo dello scorso 24 settembre, con un'adesione altissima, pari a più della metà della forza lavoro, la tensione resta alta e così i timori per come sarà definito il perimetro dell'acquisizione. "Il livello di attenzione per noi è altissimo. Siamo nell'incertezza più totale e abbiamo bisogno di far pesare il tema del lavoro. Abbiamo fatto uno sciopero, ora - sottolinea - ci stiamo sentendo con le altre organizzazioni sindacali per decidere cosa fare. E' prematuro parlare di un altro sciopero ma sicuramente non possiamo fermarci così, stiamo valutando". Secondo il sindacalista, il vero problema è che "ci sono in ballo miliardi dei contribuenti italiani". Lo Stato, secondo i presupposti concordati con il Mef da Unicredit per avere un impatto patrimoniale 'nullo' dalle nozze, dovrà accollarsi i contenziosi legali, i crediti deteriorati e il costo degli esuberi. "Perché allora non investire su Mps e rilanciarla, facendola competere sul mercato in modo autonomo?", si chiede Di Marcello.
Leggi anche