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Processo Montante, la difesa di Di Simone: "Non fu il suo braccio destro"

cronaca
AdnKronos
Caltanissetta, 4 feb. (Adnkronos) - (dall'inviata Elvira Terranova) - Un poliziotto che "svolgeva il suo ruolo di Security manager di Confindustria con alto senso del dovere e con abnegazione". Ecco chi era, secondo la difesa, Diego Di Simone uno degli imputati del processo d'appello ad Antonello Montante, che si celebra davanti alla Corte d'appello di Caltanissetta. "Di Simone non fu il braccio destro di Montante, come sostiene l'accusa", ha detto oggi l'avvocato Marcello Montalbano, nel corso dell'arringa difensiva. Il legale ha chiesto l'assoluzione dell'imputato. "Non c'è stato alcun interessamento di Montante veicolato dal poliziotto Di Simone per il trasferimento del sostituto commissario Marco De Angelis", ha detto ancora l'avvocato rivolgendosi alla Corte presieduta da Andreina Occhipinti. "Il giudice ha fatto una ricostruzione dei fatti non valutando una serie di elementi agli atti", ha aggiunto il legale del poliziotto Diego Di Simone, ex capo della Sicurezza di Confindustria. "Agli atti risulta che De Angelis ha seguito canali ufficiali legittimi per cercare di essere trasferito alla Dia di Palermo da Milano, dove lavorava", spiega. Inoltre, il legale ha ricordato che "questa pratica ha i tempi lunghi" e che "De Angelis partecipa al concorso per vice ispettore, lo vince e viene trasferito a Palermo". E ancora: "L'accusa di partecipazione non si può fondare sul contenuto di due intercettazioni". Per il gup di Caltanissetta Graziella Luparello, Montante, condannato in primo grado a 14 anni di carcere, "è stato il motore immobile di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere che, sotto le insegne di un'antimafia iconografica, ha sostanzialmente occupato, mediante la corruzione sistematica e le raffinate operazioni di dossieraggio, molte istituzioni regionali e nazionali".

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