Lavoro, AAA Talenti cercasi: 3 aziende su 4 non trovano profili ricercati

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AdnKronos
Roma, 7 set. (Labitalia) - In occasione del 'Global Talent Acquisition Day', ricorrenza che si festeggia ogni primo mercoledì di settembre dove viene celebrato il contributo dei professionisti delle risorse umane nell’ambito della ricerca e acquisizione di talenti, le aziende si trovano costrette ad affrontare una nuova sfida nello scenario globale post-pandemico: il 'Talent Shortage'. Secondo una ricerca internazionale ripresa dal World Economic Forum, 3 aziende su 4 non riescono a trovare i profili ricercati: una percentuale in netta crescita negli ultimi anni se teniamo conto che si tratta del +120% rispetto a 10 anni fa quando, nel 2012, le aziende faticavano a trovare “solo” il 34% dei lavoratori e +8,7% sul 2021. Un fenomeno che coinvolge anche l’Italia dove la percentuale complessiva è di poco inferiore alla media globale ed è una minaccia che può mettere un freno alla crescita economica visto che secondo il recente report Upwork’s Future Workforce, il 70% delle organizzazioni ha previsto un aumento del personale entro i prossimi sei mesi a patto che si riescano a trovare i profili specializzati. In questo senso, sempre secondo il report, gli ambiti di lavoro dove è più difficile scovare i talenti sono Information Technology, sales & marketing, manufatturiero e front office.“Si tratta di un nuovo scenario a cui le aziende si devono adattare altrimenti questa difficoltà a trovare i talenti rischia di diventare una nuova normalità", spiega Francesca Verderio, talent acquisition manager di Zeta Service Individua, la business unit di Zeta Service che assiste le organizzazioni e multinazionali nella ricerca e selezione di talenti con 1500 clienti, 330 collaboratori e 9 sedi in tutta Italia. "I lavoratori -continua- stanno ridefinendo il work life balance dando sempre più priorità alla loro vita privata e per questo motivo le aziende devono modificare il loro approccio alla gestione dei talenti. Offrire semplicemente uno stipendio più alto, premi e benefit è un modello datato e controproducente: occorre immaginare una diversa cultura del lavoro dove i dipendenti sono apprezzati e incoraggiati a soddisfare i propri interessi e le proprie ambizioni per ottenere un più alto livello di fidelizzazione”, spiega- Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista economica The Fintech Times entro il 2030 oltre 85 milioni di posti di lavoro rimarranno scoperti a causa del “Talent Shortage” di cui 4,3 milioni solo nel settore dell’Information Technology per un danno economico complessivo di quasi 450 miliardi di dollari.Il 'Talent Shortage' non è l’unica sfida che stanno affrontando i dipartimenti delle risorse umane: si parla anche di 'Skill Shortage' quando ad un candidato vengono a mancare le competenze tecniche e personali adatte a ricoprire una nuova posizione lavorativa. La recente ricerca 'The skillful corporation' redatta dalla società di consulenza internazionale McKinsey ha messo in evidenza come allo stato attuale il 43% delle aziende afferma di avere carenze di competenze all’interno della propria forza lavoro; percentuale che sale all’87% se dilatiamo l’arco temporale fino ai prossimi 5 anni. Non sorprende che per il 53% delle organizzazioni l’azione più utile da intraprendere per colmare queste lacune sia quella di reskillare i propri dipendenti, seguito dall’assunzione di nuove risorse (20%) e dalla ridistribuzione della forza lavoro con nuovi incarichi e posizioni (sempre al 20%). “Ci sono diversi fattori che concorrono alla definizione di questo scenario -illustra sempre Verderio- se, in determinati settori come l’information technology, stiamo assistendo ad una forte domanda per la ricerca di questi profili dovuta alla crescita dell’industria IT negli ultimi due anni, dall’altra c’è un’effettiva difficoltà a rintracciare profili completi non solo di hard skills ma anche e soprattutto di soft skills, ovvero candidati che possiedono intelligenza emotiva, pensiero critico ed empatia. Molte volte, ed è anche il caso di Zeta Service, queste abilità sono più ricercate e apprezzate delle competenze tecniche perché permettono all’azienda di costruire un team in grado di collaborare per un obiettivo comune”.Vediamo quindi secondo gli esperti di ricerca e selezione del personale di Zeta Service quali sono attualmente le 5 top soft skill oggi più ricercate dagli headhunter. Smart Teamworker: on l’avvento dei nuovi modelli di lavoro ibridi è importante che il team riesca a mantenere una collaborazione attiva sui progetti avviati nonostante i dipendenti non si trovino fisicamente in ufficio. La capacità e il desiderio di collaborare per portare a termine un progetto anche da remoto sarà una soft skills che farà la differenza nel mondo del lavoro dei prossimi anni.Time Management: definizione delle priorità, planning, organizzazione interna: tutte queste azioni hanno in comune una corretta gestione del tempo. In molti ambienti di lavoro si passa da un’urgenza all’altra perdendo di vista il quadro generale: riuscire a definire in anticipo gli obiettivi focalizzando il lavoro verso attività definite e in grado di portare risultati aiuterà la risorsa ad ottimizzare il lavoro.Adaptability: il sapersi adattare a contesti lavorativi mutevoli è una soft skills sempre più apprezzata dai selezionatori soprattutto nello scenario attuale. Essere aperti alle novità, a nuovi incarichi ed essere disponibili a collaborare con persone con punti di vista anche diversi dal proprio è una capacità molto ricercata nelle aziende.Critical Thinking: riuscire ad analizzare in modo oggettivo esperienze e informazioni è sempre stata una soft skills di rilievo: riuscire a trasmettere tutte le criticità attuali in modo chiaro, accurato e preciso è di sicuro un valore aggiunto. Se a questo si aggiunge anche la capacità di trovare una soluzione alle criticità che si stanno incontrando, la risorsa sarà in grado di offrire un importante valore aggiunto al team.Knowledge Management: l’abilità nell’acquisire, organizzare e riadattare dati e informazioni provenienti da fonti diversi è sempre più rilevante per le aziende. I lavoratori che hanno queste soft skills sanno analizzare le problematiche per poter ricercare le informazioni necessarie a risolvere le necessità, organizzarle e condividerle in base alle priorità.

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