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"L'eredità e l'attualità di Giovanni 'Albertino' Marcora, convegno a Montecitorio

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AdnKronos
Roma, 18 gen. (Adnkronos) - "Sviluppo e solidarietà come matrici di una democrazia autentica sono stati i pilastri della azione politica" di Giovanni Marcora "e rappresentano un'indicazione per l'oggi". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al convegno "L'eredità e l'attualità di Giovanni 'Albertino' Marcora", organizzato nella Sala della Regina di Montecitorio da Cooperazione finanza impresa (Cfi) e Centro Studi Marcora, a cento anni dalla nascita e a quaranta dalla morte dell'esponente Dc. "Giovanni Marcora -'Albertino': il suo nome di partigiano lo ha accompagnato nel lungo impegno pubblico- è stato uno dei costruttori della Repubblica. Ha combattuto nella Resistenza -ricorda il Capo dello Stato- per far conquistare al popolo italiano libertà, democrazia, affermare le ragioni della pace e della dignità delle persone. Ha dedicato impegno e passione alla partecipazione politica, divenendo sindaco, parlamentare e ministro, sempre attento a tenere insieme modernità e solidarietà. Da parlamentare non ebbe esitazione a proporre una lettura penetrante della Carta costituzionale nel rapporto tra doveri inderogabili del cittadino e rispetto dei valori di ciascuno e fu promotore dell'approvazione della legge sull'obiezione di coscienza al servizio militare". Giovanni Marcora "conosceva bene i problemi dei produttori e delle aree rurali del Paese. Convinto europeista, da ministro dell'Agricoltura, con la concretezza che lo caratterizzava, ha saputo portare nelle sedi comunitarie le ragioni di un riequilibrio delle politiche agricole a favore delle produzioni mediterranee, coniugando il progresso tecnico-produttivo con quello di chi in agricoltura vive e lavora"."Nella sua azione di ministro dell'Industria si dedicò a rendere protagonisti coloro che dalle trasformazioni economico-produttive si sarebbero trovati a pagare dei prezzi, salvaguardando i posti di lavoro. Ben marcata in lui -conclude Mattarella- era la matrice cattolico democratica che ha posto a servizio del bene comune, del rafforzamento dell'edificio repubblicano".Giovanni Marcora è stato "il ministro dell’Agricoltura più amato dagli addetti ai lavori, e con una visione: di crescita imprenditoriale, che andasse oltre il settore primario tradizionalmente inteso sviluppando la filiera e dotandola di una locomotiva, quella dei consorzi. E così che l’agricoltura italiana si è dotata di questo nostro agroalimentare sostenibile e forte". Così il presidente Alleanza Cooperative Italiane Maurizio Gardini.Per il presidente di Cfi - Cooperazione Finanza Impresa, Mauro Frangi "quando la crisi distrugge i posti di lavoro, lo Stato è chiamato a scegliere tra responsabilità nei confronti di chi perde il lavoro e che va aiutato, e necessità di investire in sviluppo per rimuovere le cause della crisi. La legge Marcora risolve il dilemma tra sviluppo e assistenza investendo sull’impegno dei lavoratori che, nel far ripartire le imprese, hanno lo Stato al loro fianco".Giovanni Marcora "riteneva la crescita dell’economia reale, a partire dal settore agricolo, uno strumento al servizio della giustizia sociale e della più equa redistribuzione delle ricchezze". Così Adolfo Urso, ministro Imprese e Made in Italy, nel messaggio inviato in occasione del convegno. A 40 anni dalla scomparsa di Giovanni Marcora, Urso ricorda che "era convinto che non si potesse avviare un reale e moderno sviluppo del paese senza una decisa azione di rinnovamento dell’apparato produttivo e commerciale nazionale, per accrescere la competitività del sistema rispetto alla concorrenza estera".Marcora "aveva intuito che il difficile percorso dell’integrazione europea era uno scenario irrinunciabile entro il quale orientare le grandi scelte della politica del nostro paese ma al tempo stesso la comunità economica europea poteva rappresentare un’occasione per l’ammodernamento dell’Italia e il rafforzamento della sua stessa collocazione internazionale nel quadro delle potenze occidentali". "Va sottolineata la sua preminente convinzione del primato che la politica e l’etica della politica debbono avere sull’economi", continua Urso aggiungendo che "in suo nome oggi si possono recuperare spazi di confronto, di dibattito, di dialogo, di approfondimento di questioni fondamentali per la vita locale e nazionale. Il suo ricordo ci orienta a riportare l’etica al centro della vita del paese, dei comportamenti pubblici e privati, della riflessione e dell’azione politica di breve come di lungo periodo".A caratterizzare Giovanni Marcora è stata "la cornice dell’approccio europeo nel rispetto delle istituzioni ma con l’obiettivo di salvaguardare le peculiarità", stesso spirito "con cui ci accingiamo ad affrontare le sfide del Pnrr e del Repower Eu". Così Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, politiche di coesione e Pnrr, in occasione del convegno. "Una persona che rappresenta un punto di riferimento democratico e di concretezza di impegno" che sul fronte europeo si è distinto per "la concretezza nei rapporti volti a individuare soluzioni ma anche guardare oltre gli aspetti che possono sembrare immodificabili", aspetto evidente nel suo impegno nel "riportare alla centralità, sul fronte agricolo, le produzioni mediterranee", contrapponendosi "agli interventi a pioggia" ma puntando "sulla programmazione"."Concretezza e pragmatismo che rappresentano la cifra del suo impegno e che devono caratterizzare anche il nostro impegno", conclude Fitto."La sua cifra personale e culturale, fatta di concretezza, pragmatismo e rigore morale quanto di salda adesione ai valori del cattolicesimo democratico, ha contraddistinto il suo impegno di parlamentare, uomo di governo e amministratore locale". Così il presidente della Camera Lorenzo Fontana, intervenuto al convegno. "Trovo una frase di Giovanni Marcora particolarmente significativa: ‘Che cristiani saremmo se dimenticassimo che non si può fare politica senza ideali, senza principi, senza rigore morale!’ Un incitamento prezioso e ancora estremamente attuale"."Marcora non si limita agli strumenti finanziari - continua - ma individua il modello cooperativo come il più idoneo ad aiutare i lavoratori a vincere questa sfida. Una legge per lo sviluppo del Paese e per l’emancipazione delle persone", una legge "di politica attiva del lavoro, basata sul protagonismo dei lavoratori e che scommette sui proprietari dell’impresa"."Oggi siamo forse pronti per mettere l’esperienza della legge Marcora ancora più a fuoco, con una legge quadro. Perché è una legge giusta". Così il deputato Bruno Tabacci in occasione del convegno. Un convegno particolarmente apprezzato da Tabacci, considerata "la complessa fase politica che stiamo attraversando, non per l’esito elettorale ma per le condizioni che animano questa fase così irta di punti interrogativi".L’agricoltura "abbandonata e condannata all’assistenzialismo, in condizione marginale, Giovanni Marcora la volle centrale, rafforzando alleanze internazionali per fare dell’agricoltura mediterranea un’agricoltura che reggesse il confronto con le maggiori potenze europee, passando dai sussidi a pioggia alla programmazione". Così Giuseppe Guzzetti, già presidente di Fondazione Cariplo e Acri. Marcora, aggiunge Guzzetti, che è stato pioniere della sostenibilità, tra i primi a riconoscere all’agricoltura il ruolo di recupero ambientale.

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