Milano, 2 mar.(Adnkronos) - Malgrado le denunce e l'applicazione del braccialetto elettronico per interrompere gli atti persecutori nei confronti della sua ex moglie, ha continuato a perseguitare la donna rendendole la vita impossibile. Per questo il tribunale di Milano, sezione autonoma misure di prevenzione, ha accolto la proposta avanzata nel gennaio scorso dal questore della provincia di Monza e Brianza, Marco Odorisio, disponendo la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di un anno nei confronti di un 54enne, responsabile di maltrattamenti nei confronti della ex moglie. Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti della questura martedì scorso, 28 febbraio.Nell’ultimo anno, con l’approssimarsi del divorzio, l'uomo ha posto in essere in modo continuo e ossessivo insulti, intimidazioni e pedinamenti nei confronti della moglie, costringendola a lasciare l’abitazione, a rinunciare alla propria vita sociale e a nascondersi per un periodo da un’amica. Non solo, aveva addirittura applicato un sistema gps sulla sua auto, riuscendo a rintracciarla in un locale dov'era andata a lezione di ballo con le amiche, afferrandola violentemente per un braccio ed interrompendo la sua serata. Particolarmente allarmante è risultato poi un episodio in cui i figli l'hanno avvisata di non rientrare a casa poiché avevano visto il padre attenderla nell'androne di casa con un bastone.Le indagini della squadra mobile di Monza avevano portato nell’ottobre scorso il gip a disporre, su richiesta della locale procura, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, con divieto di dimora a Monza e monitoraggio tramite braccialetto elettronico. Dopo pochi giorni, però, le volanti della questura sono state costrette ad intervenire in almeno due diverse occasioni in cui il sistema di monitoraggio dell’uomo l’ha segnalato nei pressi dell’abitazione dell’ex moglie, con conseguente aggravamento della misura cautelare da parte del gip di Monza che ne ha disposto l’associazione in carcere, poi nuovamente attenuata in divieto di avvicinamento alla persona offesa. Il recente epilogo è quindi quello con cui i giudici della prevenzione del tribunale di Milano, a seguito dell’attività istruttoria proposta dalla divisione anticrimine della questura di Monza, hanno ritenuto tuttora sussistente un elevato pericolo che l’uomo commetta ulteriori atti minatori o persecutori nei confronti della ex moglie e, al fine di assicurare un costante controllo del soggetto e garantire, attraverso idonee prescrizioni, l’incolumità fisica e psichica della persona offesa, di altri familiari e di terzi eventualmente coinvolti nelle sue dinamiche personali e relazionali, hanno disposto che resti in casa dalle 22 alle 7 e non si avvicini ad una distanza di almeno 200 metri dalla ex moglie, inibendogli altresì di frequentare i luoghi normalmente frequentati dalla donna.