Bergamo, 2 mar. (Adnkronos) - "L'interesse principale di questo ufficio non è stato quello di creare un'impostazione accusatoria e trovare dei colpevoli, non è questa la finalità dell’inchiesta, ma è quella di ricostruire le risposte delle autorità sanitarie durante la prima fase della pandemia, dal 5 gennaio 2020 quando c’è stato il primo allarme dell’Oms fino alla chiusura della Lombardia" il 9 marzo 2020. A parlare è il procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani che ieri ha firmato il comunicato con cui ha annunciato la chiusura delle indagini sulla pandemia che vede una ventina di indagati e nomi eccellenti come l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, da poco riconfermato. Con i giornalisti non entra nel dettaglio dell'indagine, ma sottolinea il "grande impegno profuso per dare ai cittadini di Bergamo una ricostruzione di quanto accaduto nella prima fase della pandemia. C'è stata una critica sulla lunghezza delle indagini, ma posso assicurare che sono stati tre anni di severo lavoro" con in mezzo una seconda ondata di Covid. "Sono stati acquisiti migliaia e migliaia di messaggi, mail, centinaia di persone sono state sentite, sono state fatte più consulenze durate oltre un anno con un'analisi minuziosa di tutta la documentazione sanitaria proveniente dagli ospedali" aggiunge. "E' stata la ricostruzione di una grande e drammatica esperienza. Bergamo è stato il primo epicentrico di questa realtà ed è per questo abbiamo tenuto qui le indagini, per dare risposta a tutti i nostri morti" conclude il procuratore Chiappani.