
Bergamo, 2 mar. (Adnkronos) - Non una conferma di tesi preordinate, ma una ricostruzione in cui è emersa "una sottovalutazione, a nostro giudizio, del rischio pandemico". Il procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani non ha dubbi che sulla diffusione del Covid nella provincia di Bergamo, abbia avuto un ruolo "la mancata attuazione di tutte le attività preparatorie del rischio pandemico, dall'assenza di mascherine alla formazione del personale, fino al monitoraggio dei luoghi dove ricoverare le persone infette". Parole pronunciate all'indomani della chiusura dell'indagine durata tre anni e che vede nomi eccellenti come l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, da poco riconfermato. Dalle migliaia di carte acquisite e analizzate, dal racconto dei testimoni "abbiamo queste omissione, carenze o scelte secondo noi inopportune e non adeguate che vanno confrontate, messe sulla bilancia con le risultanze delle consulenze dove ci si dice che l’assunzione di queste precauzioni, soprattutto in riferimento all’istituzione della zona rossa fatta in un determinato momento di quei mesi cruciale, avrebbe risparmiato migliaia di vite. Di fronte a delle evidenze l’unica scelta della procura era di mettere tutto questo materiale a disposizione delle parti, delle persone coinvolte e sotto gli occhi di un giudice" per vedere se ci sono rilievi penali.
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