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**Rai: fonografici italiani, 'Fuortes? Prima di andare alla Scala sistemi i conti da pagare'**

politica
AdnKronos
Roma, 24 mar. (Adnkronos) - "Sapere che l’Ad Fuortes possa dirigere il tempio della musica è un ossimoro vista la sua completa indifferenza in riposta sul tema dei diritti musicali". A dichiararlo senza mezzi termini è Sergio Cerruti, presidente dell’Associazione Fonografici Italiani (Afi) e presidente del gruppo media comunicazione e spettacolo in Assolombarda, dopo le notizie che vedrebbero l’amministratore delegato Carlo Fuortes dire addio alla Rai per dirigersi verso la guida del Teatro alla Scala di Milano. "Per noi dal 1° gennaio 2023 la Tv di Stato è ufficialmente un’emittente pirata, almeno Meta ha avuto il buonsenso di rimuovere i contenuti mentre la Rai continua a usarli senza autorizzazione", aggiunge Cerruti riferendosi all'utilizzo dei contenuti musicali sui quali è in atto un contenzioso con la Rai, in merito al quale l'Associazione dei Fonografici ha presentato un ricorso per decreto ingiuntivo contro l'azienda. "Una rivoluzione senza rivoluzionari quella che sta andando in scena oggi a Viale Mazzini a Roma -affonda Cerruti- per permettere a Fuortes di andare via senza fare i conti, ma nominando le future cariche dirigenziali del Gruppo e blindare i suoi fedelissimi. E' (si spera) l’ultimo atto che va in scena di fronte a un nuovo governo che speriamo riesca a segnare il primo vero cambio di passo con la nomina dei nuovi organi apicali di Viale Mazzini". Una nomina" fatta per presunti meriti che, suo malgrado, non cancellerà questi anni di conduzione della Rai -commentano dall’Associazione - Agli atti presenti e futuri rimane e rimarrà ciò che è stato fatto, ma soprattutto ciò che non è stato, causa-effetto delle moltiplicazioni dei contenziosi, con diretta responsabilità dell’azienda e non solo, per i milioni di euro sottratti alla nostra industria"."Una conduzione, quella di Fuortes, tra le meno trasparenti di Viale Mazzini -dichiarano da Afi- Non critichiamo la fuoriuscita dell’Ad, a tratti auspicata, piuttosto la possibilità concessagli di andare via lasciando il conto da pagare e un disordine di nomine fatte all’alba della sua partenza che certificano la continuità con le inefficienze e i problemi operativi causati anche da dirigenti che non saranno espressione dei futuri organi apicali". Conclude Cerruti: "Sono certo che non ci sia luogo o teatro dove il passato non possa arrivare".

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