(AdnKronos) - "La prima condotta è certamente la mancata perquisizione del covo del boss Riina - spiega Scarpinato, in aula con il pg Luigi Patronaggio - La Procura di Palermo venne bloccata da Mori mentre si accingeva a fare la perquisizione nella villa abitata da anni dalla famiglia di Riina". "Il potenziale investigativo contenuto in quella casa era enorme - secondo Scarpinato - basti pensare che, al momento del suo arresto, furono trovati dei 'pizzini', e uno di quei pizzini, si rivelò prezioso per le indagini su Michele Aiello, che anni dopo sarà arrestato e condannato per mafia. Se con la scarse informazioni contenute nei pizzini fu possibile fare nascere quelle indagini, vi lascio immaginare quali sterminate informazioni ci fossero nella casa di Rina. Ebbene, c'è la certezza che quella perquisizione fu bloccata, perché fu assicurato ai vertici della Procura di allora che fosse possibile perseguire un altro obiettivo, cioè l'arresto di altri esponenti di Cosa nostra. Invece, dopo poche ore venne abbandonato l'obiettivo, senza dare nessuna spiegazione. L'abitazione di Riina venne completamente svuotata. I suoi complici ebbero anche il tempo di imbiancare le pareti per eliminare tracce di dna dalle pareti, e tanto era il materiale che non si accorsero che dietro un muro c'era una fotografia". Per Scarpinato le giustificazioni poi date dal generale Mori "sono improponibili". Secondo Scarpinato "Mori ha reiterato, nel tempo, le stesse condotte di deviazione dalle procedure legali, per interessi extra-istituzionali".
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