Roma, 10 feb. (AdnKronos) - "Il consuntivo di fine anno sulla produzione industriale conferma la flessione che ha caratterizzato l’andamento dei volumi produttivi alimentari a partire dalla seconda metà del 2015. La contrazione dello 0,6% rappresenta un campanello d’allarme per il Made in Italy agroalimentare che è bene non sottovalutare". È quanto rileva l’Ufficio Studi della Cia-Agricoltori italiani sulla base dei dati diffusi oggi dall’Istat. Altrimenti, rileva la Cia, "si rischia di vanificare quei segnali di ripresa che hanno caratterizzato il sistema agroindustriale del 2015, a partire dal rialzo delle vendite alimentari dopo sette anni di crisi (+1,3% nel periodo gennaio-novembre) e dal nuovo record dell’export (+7%) con un fatturato che punta diritto a superare i 35 miliardi di euro". Il calo della produzione dell’industria alimentare rilevato dall’Istat, sottolinea il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino, "rende ancora più urgente la necessità di un riequilibrio tra le dinamiche di filiera e una riorganizzazione moderna dei rapporti al suo interno. Quanto più sarà remunerato e valorizzato il ruolo dell’agricoltura, tanto più il Made in Italy agroalimentare sarà competitivo in Italia e nel mondo".
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