Monza: i giudici, su Penati prove insufficienti e indagini superficiali (2)

giovedì 3 marzo 2016
(AdnKronos) - Alla guida della cittadina di Sesto S. Giovanni dal 1994 al 2001, Penati si dice soddisfatto soprattutto perché "nelle 190 pagine di motivazioni alla mia assoluzione i giudici dichiarano acclarata la mia estraneità al Sistema Sesto, che ritengono successivo al mio mandato di sindaco". I giudici "hanno accolto appieno le argomentazioni esposte dal mio difensore, l'avvocato Matteo Calori, nella sua arringa". Per tutte le accuse "sono stato assolto perché il fatto non sussiste: per le ipotesi di corruzione, con formula piena (art. 530, comma 1), mentre per il finanziamento illecito al partito, per mancanza della prova (comma 2)"."Come io stesso ho da sempre sostenuto - prosegue Penati - il Tribunale ha definito le indagini della Procura "lacunose, superficiali, originali". Al punto che "la stessa Procura, sono i giudici a scriverlo, sostenne che il non aver trovato miei conti all'estero non dimostrasse che non ci fossero, violando il diritto alla presunzione d'innocenza". E, sospira, "pensare che la Procura, sulla base di questo teorema, voleva addirittura arrestarmi".Per "il collegio giudicante, i miei accusatori erano non credibili e mossi da "acrimonia e spirito di rivalsa", come io stesso avevo ipotizzato", sottolinea l'ex presidente della Provincia di Milano. Per i giudici "'i conti non tornano', tanto che chi mi accusava non ha neanche saputo ricordare le cifre che aveva inizialmente detto di aver versato". Sull'affare Milano-Serravalle per l'A7, i giudici hanno dichiarato che sia stata provata 'in modo univoco la legittimità della procedura' e l'ipotesi accusatoria di una tangente per l'acquisto da parte della Provincia delle azioni Serravalle da Gavio 'infondata'".
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