Industria conciaria 'green', Enea coordina il programma Ue
mercoledì 1 giugno 2016
Roma, 1 giu. - (AdnKronos) - Sostituire sostanze tossiche con scarti di origine naturale, ridurre l’uso di cloro e risparmiare fino al 20% di acqua nelle lavorazioni. Parte il progetto europeo Lifetan (Eco-friendly tanning cycle), coordinato dall’Enea, che in due anni punta a rivoluzionare in chiave ecosostenibile l’industria conciaria europea. Finanziato dall'Ue con uno stanziamento di oltre 500mila euro, per sostituire prodotti chimici e derivati del petrolio con sostanze naturali da scarti animali (pollina) e rifiuti agro-industriali in alcune fasi di lavorazione del pellame (macerazione, sgrassaggio, tintura, ingrasso e concia).L'Enea lavorerà con i quattro partner del programma scientifico (due centri di ricerca, il Cnr-Iccom di Pisa e lo spagnolo Inescop, e due concerie, l’italiana Newport e l’iberica Tradelda Sl) per arrivare a una produzione ecosostenibile ed economicamente conveniente per le aziende del settore. Il progetto punterà alla sostituzione delle sostanze nocive come il cromo e alla riduzione della percentuale di cloro con sei nuove formulazioni 'ecofriendly', utilizzando rifiuti e sottoprodotti di origine naturale. Ma non solo: 20% di acqua in meno nel processo di lavorazione della pelle e stessa percentuale di riduzione delle sostanze inquinanti nelle acque di scarico, maggiore biodegradabilità delle molecole utilizzate e 50% di assorbimento in più dei prodotti green rispetto a quelli attualmente impiegati.Ma c’è di più: il team di ricerca e industrie punterà a conquistare il marchio Ecolabel per il settore europeo della calzatura grazie ai nuovi processi e prodotti ecofriendly. L'industria conciaria europea, localizzata per il 70% in Italia e in Spagna, rappresenta una quota significativa della produzione mondiale ed è un importante settore economico per l'intera Unione. I tradizionali processi di produzione del cuoio hanno un notevole impatto ambientale per l’impiego massiccio di sostanze tossiche (ad esempio le cloroparaffine) e non biodegradabili, come i prodotti utilizzati per reintrodurre i grassi nel pellame dopo la concia. Per non parlare dei prodotti semilavorati o finiti che contengono metalli tossici, il cromo in particolare, che rendono difficile il riciclo e lo smaltimento. “L'intero settore – spiega Alice Dall’Ara del Laboratorio Enea TEcnologie dei MAteriali di Faenza e responsabile del progetto Lifetan - ha bisogno di migliorare in modo significativo la sostenibilità ambientale dei propri processi, senza alterare la qualità di una produzione riconosciuta in tutto il mondo”.Fattibilità tecnica ed economica procederanno per gradi: si partirà dalla sperimentazione in laboratorio, per passare ad una fase pre-industriale con attività di formazione per i conciatori spagnoli e italiani e arrivare infine alla produzione su scala industriale nelle due concerie partner.
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