**Napolitano: emozioni, ricordi e lacrime in aula per il funerale laico**

martedì 26 settembre 2023
Roma, 26 set (Adnkronos) - Sguardi, conciliaboli, strette di mano, qualche sorriso. Tanta commozione, e qualche lacrima. Il funerale laico di Giorgio Napolitano alla Camera ha regalato molte emozioni, con tanti momenti da immortalare in un'aula di Montecitorio chiamata ad ospitare per la prima volta nella sua storia una cerimonia funebre. Senza la salma del presidente emerito, sistemata nella attigua sala dei ministri, le esequie hanno preso il via nel silenzio più assoluto, con i presenti attenti spettatori della diretta sui maxi schermi dell'arrivo del feretro dal Senato. I banchi del governo erano pieni (il primo ad arrivare Matteo Salvini, seguito da tutti i ministri) mentre gli ospiti alla spicciolata trovavano il posto assegnato grazie a un cartellino con il nome appoggiato sugli scranni. In silenzio, capi di Stato, alte cariche, ex premier, personalità si sono sistemati tra i banchi. Elly Schlein ha fatto il suo ingresso in aula con la partigiana Iole Mancini, sistemata in prima fila. La segretaria dem un po' più dietro, non così in alto come tutti gli altri parlamentari 'semplici', ma in terza fila. Davanti a lei gli ex premier (D'Alema, Prodi, Monti, Letta e Draghi uno di fianco all'altro. Non Matteo Renzi, arrivato in ritardo e sistemato al volo al lato della presidenza) e gli ex presidenti del Parlamento. Tra questi un Gianfranco Fini molto 'low profile': arrivato in solitudine a Montecitorio, sistemato lontano dai banchi dove siede l'attuale maggioranza, si è accomodato tra Fausto Bertinotti e Roberto Fico, gli unici con cui ha scambiato qualche considerazione. Difficile, tra i tanti, non notare Pierluigi Bersani in cima all'emiciclo tra i suoi 'ragazzi' ex Articolo 1 (Roberto Speranza e Arturo Scotto). E anche Walter Veltroni, anche lui seduto in alto, ma nel settore che occupa il centrodestra. (Adnkronos) - Tanti esponenti di centrosinistra, vecchi protagonisti come Francesco Rutelli, tanti ex Ds fino agli ex Pci: Achille Occhetto, Livia Turco, Antonio Bassolino, Claudio Petruccioli, Pietro Folena, Vincenzo Visco, Vincenzo Vita. Le presenza del centrodestra era certamente meno vistosa, qualche esponente di Forza Italia, pochissimi di FdI e Lega (Lucia Malan e Laura Ravetto, tra i tanti). Tanti, anche insoliti, i capannelli. D'Alema, appena in aula, arringa subito i 5 Stelle Patuanelli e Silvestri. Poi anima la discussione di un ristretto gruppo di ex: Prodi, Conte, Monti e Enrico Letta. Draghi, omaggiatissimo al suo arrivo, si ferma subito con il cardinale Ravasi. Il porporato, subito dopo, scambia impressioni con Giuliano Amato sotto gli occhi di Paolo Gentiloni e Gianni Letta. Occhetto si ritrova nei banchi del centrodestra, non certo circondato da 'compagni' ma con Franco Gabrielli al suo fianco. In fascia tricolore i sindaci presenti: Roberto Gualtieri, Dario Nardella, Beppe Sala e Gaetano Manfredi. Ad entrare in aula tra gli ultimi, a cerimonia iniziata, Vittorio Sgarbi che, non riuscendo a capire dove sistemarsi, si accomoda di fianco ai ministri. (segue)(Adnkronos) - Contati e composti gli applausi. Tra i più sentiti, quello dedicato a Sofia May. La nipote del presidente emerito regala un ritratto intimo e familiare, parla del nonno "formidabile, pieno di attenzioni". Tentenna, si emoziona e trova il supporto del fratello Simone che, dietro di lei, le mette un mano sulla spalla. Il suo discorso cattura tutti, anche la premier Giorgia Meloni che si gira verso i banchi della presidenza per seguire meglio l’intervento di Sofia. Per il resto, la premier è sempre attenta. Ogni tanto prende appunti.Un altro applauso un po' più caloroso, un attimo prima, l'aula lo aveva regalato al figlio Giulio. Preciso e attento, per chiudere il suo intervento citato il padre: "Ha combattuto buone battaglie e sostenuto cause sbagliate". La lacrime sono arrivate con l'intervento di Anna Finocchiaro. La ex ministra parla del "suo partito, che era anche il mio", scalda sicuramente il cuore della sinistra, e poi non trattiene l'emozione quando conclude: "Il presidente Napolitano ha speso la sua vita per l'Italia e ad essa appartiene la sua memoria”. Dopo le parole di Ravasi, Gentiloni e Amato (con il figlio Giulio che annuisce ai ricordi dell'ex premier) la cerimonia si chiude. Un ultimo applauso è riservato all'uscita delle alte cariche, con Mattarella in testa. Tra loro il presidente francese Macron che, a differenza dell'omologo tedesco Stenmeier, ha seguito le esequie senza la traduzione.
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