Dal 30 ottobre anche a Olbia e a Sassari l'ultimo film di Bonifacio Angius: "Confiteor"

sabato 25 ottobre 2025
Un apuntamento da non perdere nelle sale di Olbia, Sassari, Cagliari, Oristano e Nuoro.
OLBIA. È una confessione senza sconti quella che Bonifacio Angius porta sul grande schermo con "Confiteor – come scoprii che non avrei fatto la rivoluzione".
Un film che mette a nudo l'uomo dietro il regista, scavando tra ricordi, rabbia e tenerezza, fino a scoprire che la vera rivoluzione non è cambiare il mondo, ma sopravvivere all'amore e alla vita. Dopo aver conquistato il Premio Lizzani alla Mostra del Cinema di Venezia, attribuito da una giuria di esperti esercenti come Miglior film, Confiteor arriva finalmente nei cinema della Sardegna dal 30 ottobre, a partire da Sassari, Cagliari, Oristano, Nuoro e Olbia, per poi abbracciare le sale di tutta l'isola. Un ritorno atteso e simbolico, perché è proprio da questa terra – viva, ruvida, poetica – che nasce l'universo di Angius: un cinema che parla sottovoce ma lascia il segno, che guarda l'uomo senza filtri, come fosse allo specchio. La distribuzione isolana è stata posticipata di due settimane per non creare sovrapposizioni con altri film girati in Sardegna, ma l'attesa non ha fatto che accrescere la curiosità intorno a un titolo che, ovunque sia passato, ha lasciato il pubblico sospeso tra il sorriso e la commozione. 

Prodotto da Il Monello Film, Mosaicon e Agresywna Banda, con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione Sardegna Film Commission, della Fondazione di Sardegna, Uci e Los Siglos de Los Siglos, Confiteor arriva dopo una lunga tournée di anteprime che hanno toccato Roma, Bologna, Perugia e Firenze, e che presto raggiungeranno Milano, Torino, Napoli, Pisa, Gorizia, Pordenone e Udine. Nel cast, accanto allo stesso Angius, brillano Geppi Cucciari, Edoardo Pesce, Simonetta Columbu e Giuliana De Sio, straordinaria interprete capace di trasformare ogni battuta in emozione. Con loro Michele Manca, Mario Olivieri, il figlio del regista Antonio Angius e la giovane Aurora Erdas, al suo debutto cinematografico. Ma più dei volti e dei nomi, a colpire è la nudità dello sguardo: Angius non nasconde nulla, e trasforma la crisi personale e familiare del protagonista in una parabola universale. È un uomo che attraversa il dolore, la disillusione, la stanchezza del vivere, e che pure continua a cercare – ostinatamente – un senso. In questa eterna infanzia, come la definisce il regista, il confine tra bene e male diventa labile, il giudizio si scioglie, la vita appare in tutta la sua contraddizione: dolce, ingiusta, ironica, spietata e bellissima. "È una storia di rabbia, tenerezza, cinismo e fragilità – racconta Angius – una commedia amara che si trasforma costantemente in dramma e poi ritorna commedia. È la storia di una caduta e di una rinascita, dove l'amore trionfa grazie all'innocenza di un bambino: questa è la vera rivoluzione che ognuno di noi dovrebbe vivere."

Il titolo latino, Confiteor, significa "confesso", ma l'ispirazione arriva da una canzone del poeta e cantautore Piero Ciampi, uno degli spiriti più tormentati e puri della musica italiana. Come in Ciampi, anche nel film di Angius la confessione è un atto d'amore e di coraggio: un modo per fare pace con sé stessi, con ciò che si è stati e con ciò che non si sarà mai. Dopo Perfidia, Ovunque proteggimi e I Giganti, Confiteor completa un percorso ideale di vita e di cinema. Se Perfidia raccontava la distruzione di un nucleo familiare e Ovunque proteggimi la nascita di un nuovo legame, Confiteor unisce questi due poli, diventando la sintesi perfetta tra perdita e rinascita, tra la fine e l'inizio. È il film di un autore che, dopo aver attraversato l'ombra, sceglie la luce. "È un film autobiografico – aggiunge Angius – nato da ricordi e da persone reali, che ho amato. Una discesa verso il buio che diventa, al tempo stesso, uno squarcio luminoso in cui potersi scaldare." In occasione dell'uscita, il regista e il cast incontreranno il pubblico nelle principali sale della Sardegna. Saranno serate speciali, dove il cinema tornerà ad essere ciò che è sempre stato per Angius: un atto di condivisione, un momento in cui la fragilità diventa forza e la solitudine trova una voce. Perché Confiteor non è solo un film. È una lettera d'amore alla vita, un testamento spirituale di un artista che continua a cercare, a sbagliare, a perdonarsi. E forse è proprio in questa ricerca, in questa confessione infinita, che abita la vera rivoluzione.
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