OLBIA. Si amplia il museo a cielo aperto a Porto Rotondo. A breve via Riccardo Belli si trasformerà in un percorso pedonale in cui visitatori e turisti potranno ammirare, fra l'altro, le opere firmate dal giovane artista bretone Emmanuel Chapalain, che in passato ha già collaborato alla realizzazione della “Catena alimentare” scultorea di via del Molo. L'arte si sposa con l'architettura in un connubio di grande raffinatezza. Il progetto è un arricchimento dal punto di vista culturale, ma rafforza anche il rapporto identitario con la Sardegna. Non a caso tra i materiali utilizzati ci sono il granito rosa e il marmo di Orosei.
«Il centro storico di Porto Rotondo un giorno dovrà diventare patrimonio dell'umanità -, commenta il conte Luigi Donà Dalle Rose, ripercorrendo la storia della perla turistica del nord Sardegna, che creò oltre mezzo secolo fa, assieme al fratello Nicolò scomparso nel 2014 -. Proseguiamo anche in sua memoria la nostra grande avventura, iniziata 52 anni fa: arricchire con nuove opere il centro, già culla dell'arte, in cui hanno lasciato la loro impronta diversi artisti di fama internazionale».
Il progetto. La Fondazione Portorotondo ha curato la parte progettuale e artistica del sentiero dell'arte che sarà realizzato dal Consorzio in via Belli. L'opera sarà ultimata entro maggio. «Nella parte centrale di via Belli sarà sistemato un capodoglio bianco – spiega l'architetto Julio César Ayllón, una delle menti del progetto -. Abbiamo avuto questa idea la scorsa estate, quando nel canyon di Caprera, all'interno del santuario Pelagos, fu avvistato uno splendido esemplare di raro capodoglio albino». Imponente come Moby Dick del famoso romanzo di Melville, l'opera di Chapalain non passerà inosservata: realizzata in acciaio inox e pietra di Orosei, risalterà al centro della nuova pavimentazione nera, assieme ad altre opere artistiche che rappresentano onde, pesci e calamari. «Il sentiero si trasformerà in una passerella – afferma l'architetto -, in cui ospitare sfilate di moda, ma anche mostre. Saranno sistemate inoltre delle installazioni alternative di luci».
«Il nostro obiettivo è coniugare la vivibilità del territorio con un progetto artistico di grande valore – dichiara il presidente del Consorzio, Gianluca De Fazio -. Sullo stile delle città medievali si è voluto creare la porta di accesso al borgo. È solo il primo passo di un progetto di qualificazione che nei prossimi anni porterà ad avere le piazze, le strade, il porto, la chiesa e il teatro legati tra loro da un filo artistico unico nel suo genere. Grazie alla Fondazione e al Comune di Olbia che sono con noi in questa bellissima avventura».