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Prospettiva Donna chiede alla Regione maggiore sostegno nella lotta alla violenza sulle donne

OLBIA. Due giorni fa a Sassari si è compiuto l'ennesimo femminicidio : un uomo, Nicola Amadu, ha ammazzato la moglie Angela Doppiu, che gli aveva appena comunicato di volersi separare da lui legalmente. L'uomo ha agito secondo un copione ormai noto: ha colpito più volte Angela Doppiu con calci e pugni e dopo averla raggiunta sulla porta di casa le ha versato addosso della benzina bruciandola viva. Anna era viva mentre bruciava.
Ecco il commento dell'associazione Prospettiva Donna di Olbia e della sua presidente Patrizia Desole:

"La rabbia e il dolore ci scuotono: sembra di assistere a un copione sempre uguale e sempre orribile, un incubo a occhi aperti. Si scoprirà che Angela voleva andarsene da tempo, si scoprirà che Angela subiva regolarmente violenza, si scoprirà che quando ha finalmente compiuto un atto concreto di autonomia ha pagato con la vita per questo. Noi donne paghiamo con la vita il nostro diritto alla libertà. Questa vicenda è l'espressione di ciò contro cui lottiamo: la violenza maschile sulle donne che trae origine dallo squilibrio di potere tra i sessi, un potere con un nome preciso : patriarcato. Il patriarcato uccide, e femminicidio è il termine preciso che racchiude l'intera storia : femminicidio = uomo che uccide una donna in quanto tale. In una parola sono racchiusi assassino, vittima e movente . Il patriarcato agisce nella coppia come, su più larga scala, sulla società intera e la pervade in ogni spazio agendo violenza in modo brutale o sottile, a seconda dei casi, ma agendo sempre per la conservazione dell'ordine attuale : la conservazione cioè di un sistema sociale basato sulla subordinazione delle donne agli uomini. Ogni donna sa, senza che nessuno glielo dica esplicitamente, dove il patriarcato si annida, ogni donna lo avverte perché per lei è stato scelto un ruolo che deve  rispettare. Questa velenosa consapevolezza ha la caratteristica di "addestrare" noi donne prima ancora che  possiamo ribellarci.

 Per questo sosteniamo che il patriarcato amministri il proprio potere sulle donne attraverso un'azione che nelle donne genera subordinazione, paura e terrore, da qua nasce la cultura maschilista. Gli unici luoghi di libertà per noi donne dove è possibile sottrarsi alla violenza maschile sono i Centri Antiviolenza. La nostra Regione ha una legge d'eccellenza che ha il compito di sostenere i Centri Antiviolenza della Sardegna. Indignarsi davanti ai casi dei femminicidi non è sufficiente.
Chiediamo con forza alla Regione Sardegna una assunzione di responsabilità, sostenendo i centri antiviolenza nella loro lotta. La presenza dei centri antiviolenza nel territorio sardo costituisce l'unico spazio che consente alle donne di riprogettare una vita libera dalle violenze maschili. Il Direttivo di Prospettiva Donna"

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