OLBIA. Trascorso un anno dall'entrata in vigore delle nuove tariffe del canone unico patrimoniale, in questi giorni, centinaia di attività commerciali e imprese, si sono viste notificare sanzioni spropositate per l'omessa comunicazione all'Aspo del posizionamento di vetrofanie o insegne. Le sanzioni emesse presentano maggiorazioni del 150percento anche su importi irrisori, mettendo così in ginocchio l'intero tessuto produttivo della città.
«In primo luogo - spiegano dal partito democratico di Olbia per voce di Ivana Lussu - , come evidenziato in più riprese lo scorso anno, l'aumento del canone poteva essere sicuramente applicato in maniera inferiore senza vessare i nostri imprenditori come invece si è deciso di fare. Va inoltre fatto rilevare come, quasi tutte le strade della città di Olbia, vengano classificate come categoria speciale, equiparando così le imprese che operano nelle zone più pregiate e attrattive della città a quelle di periferia e zona industriale; intere zone e strade ora completamente al buio per la totale mancanza dell'illuminazione pubblica, non sono da meno le strade delle periferie illuminate in alcuni punti solo grazie alle insegne luminose. Come accaduto per le sanzioni legate alla Ztl, oggi ai nostri imprenditori non resterà altra soluzione che impugnare tali atti davanti al giudice competente, aggravando ulteriormente la loro situazione economica. L'amministrazione, per mano della sua municipalizzata, alla quale spetta la riscossione del canone e la vigilanza, visto l'affidamento dell'attività di controllo alla società Abaco, rilevata l'inadempienza in un momento di transizione, avrebbe ben potuto lo scorso anno avvisare bonariamente gli imprenditori a regolarizzare la propria posizione nel breve periodo, evitando così quanto accaduto. Si rileva, inoltre, che in molti casi e in modo particolare per le vetrofanie, con ampie metrature e di conseguenza un importo esagerato, si sia applicato un errato conteggio della sanzione, partendo dal presupposto che l'illecito sia stato commesso dal 1 gennaio e non 30 giorni prima. Ancora una volta si dimostra di voler esclusivamente fare cassa senza tutelare le piccole e medie imprese che, nella nostra città, operano rendendola motore trainante del tessuto produttivo regionale con grande vanto per tutta la città di Olbia». Il Partito Democratico cittadino sulla base di queste considerazioni chiede con forza all'amministrazione cittadina " la sospensione delle richieste di pagamento delle sanzioni e l'apertura di un tavolo congiunto tra la commissione attività produttive, la commissione urbanistica e quella bilancio al fine di modificare il regolamento comunale sulle insegne e pubblicità in modo da renderlo più equo e soprattutto meno oneroso attraverso la riclassificazione delle strade e l'individuazione di soluzioni che possano aiutare i nostri vecchi e nuovi esercenti e imprenditori a fare impresa in questo in questo territorio". Il documento diffuso nelle scorse ore è firmato da Ivana Russu, Loriga Antonio, Gianluca Corda, Anna Franca Maria Maddalena Corda, Rino Piccinnu, Stefano Spada.
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