Svelata la nuova opera di Emanuela Giacco a Poltu Quatu "Negli intrecci del fanciullino"

OLBIA. Si è svolta al Grand Hotel Poltu Quatu l'inaugurazione dell'opera Negli intrecci del fanciullino, l'ultima realizzazione dell'artista Emanuela Giacco. Al centro dell'inaugurazione, andata in scena nella suggestiva e artistica cornice del giardino in cui si affaccia la struttura, l'artista ha svelato al pubblico una creazione che persegue il leitmotiv della sostenibilità e dell'arte del riutilizzo. Giacco, infatti, aquilana di origine e ormai sarda d'adozione, trapiantata a Golfo Aranci, si è fatta conoscere al grande pubblico per le opere realizzate con cime nautiche. Attraverso una interessante ripresa di materiali di porto, pensati per altri usi, e ora materia prima artistica. Dopo la serata-evento, l'opera che rappresenta un orsacchiotto, simbolo per eccellenza della fanciullezza, alto più di due metri, rimarrà esposta nella cornice paesaggistica di Poltu Quatu. A due passi dall'ingresso principale del Grand Hotel, donando colore e ancora più vita a un viale sviluppato interamente di opere d'arte.

«Guardare il mondo attraverso gli occhi di un bambino, tutti lo abbiamo fatto: eppure negli anni lo abbiamo spesso dimenticato – così l'artista Emanuela Giacco ha descritto "Negli intrecci del fanciullino" –. Quest'opera vuole rievocare la meraviglia, la purezza d'animo, lo stato di amore e di fiducia che il nostro essere bambino ha. Perché c'è ancora, è ancora lì in un cantuccio, intrecciata insieme a tutte le altre stratificazioni del nostro essere, intrappolata tra le varie sovrastrutture culturali e sociali che ci plasmano. Riuscire a guardare il mondo con gli occhi del fanciullino significa arrivare a delle verità in modo intuitivo, liberi dal preconcetto, liberi da paure, liberi da schemi mentali, guardando ogni cosa con stupore, come fosse la prima volta. E quanto stupore si può avere nell'ammirare le meraviglie del nostro pianeta».

Sì, perché il sottotesto sempre presente nella ricerca artistica di Giacco è la difesa e tutela dell'ambiente, la sostenibilità come primo motore creativo. «Il nostro pianeta soffre, le microplastiche mettono a repentaglio l'esistenza degli animali e dell'intero ecosistema – continua l'artista –. Il progresso ha accelerato il consumismo, che fa parte di tutti noi. Ma lo stesso progresso ci dà anche gli strumenti per creare energia pulita, la scienza ci dà moltissime risposte, quello che ci manca è il rispetto, la fiducia e l'amore, non vogliamo credere nei progetti di sostenibilità, non vogliamo metterli al primo posto. Ecco quest'opera parla di sostenibilità, è realizzata con quasi una tonnellata di cime nautiche di recupero per veicolare un messaggio che risvegli le coscienze sociali: tornare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino per amarlo e rispettarlo, perché è il nostro paradiso». Lo scorso febbraio un'altra opera di Emanuela Giacco, dal titolo Ocean e raffigurante un grande globo, sempre realizzata con la tecnica dell'intreccio di cime, era stata inaugurata sul lungomare di Olbia dove tuttora rimane come installazione permanente. L'orsacchiotto di intrecci ora visitabile a Poltu Quatu rappresenta un lavoro-chiave nella produzione e nella ricerca di Giacco.




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