Venezia, 22 mar. (AdnKronos) - “Con una torta di mele, che non possiamo esportare, oggi al mercato di Campagna Amica a Roma, abbiamo provocato il premier cinese Xi Jinping in visita in Italia. Lo abbiamo fatto per chiedere il superamento delle barriere commerciali che bloccano gran parte dell’esportazione di frutta oltre il confine del gigante asiatico. La produzione di mele, pere e uva Made in Italy vede proprio il Veneto tra le regioni leader – commenta Daniele Salvagno presidente di Coldiretti - l’export verso la Cina aiuterebbe il lavoro dei frutticoltori”."Se infatti è stato rimosso nel 2016 il bando sulle carni suine italiane e nel 2018 le frontiere si sono aperte per l’erba medica, al momento l’Italia – sottolinea Salvagno – può esportare in Cina solo kiwi e gli agrumi con notevole difficoltà burocratiche frapponendo ostacoli per motivi fitosanitari sollecitando assicurazioni sulla assenza di patogeni ìnon presenti sul proprio territorio con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta". "L’aspetto paradossale di questa vicenda è che mentre i prodotti italiani sono bloccati, nel Bel Paese arriva di tutto compresa una vera e propria invasione di pericolosi insetti alieni dannosi alle coltivazioni: dal moscerino killer dagli occhi rossi alla cinipide del castagno fino alla cimice asiatica", spiega. Secondo lo studio Coldiretti su dati Istat, le importazioni agroalimentari dalla Cina hanno superato del 35% il valore delle esportazioni Made in Italy del settore nel 2018, a conferma della necessità di un riequilibrio dei rapporti commerciali.