
(AdnKronos) - Conformandosi a pronunce analoghe emesse dal Tribunale di Torino nel 2010, da quello di Milano nel 2014 e dal Tribunale di Roma nel novembre 2013, il giudice Arceri ha quindi disposto il risarcimento della donna. "Essendo pacifico -scrive- che la parte non ha ottenuto il ristoro dei danni subiti per effetto dell'omicidio della figlia per impossidenza del condannato e che neppure la stessa ha potuto reclamare l'indennizzo previsto dalla direttiva (europea, ndr) quale doverosa apprestazione da parte dello Stato italiano e che tale impossibilità è da porsi in correlazione, causalmente, all'inadempimento statuale, la stessa è legittimata ad ottenere non già l'erogazione di un 'indennizzo', non determinabile nè alla stregua della direttiva nè alla stregua del diritto interno, bensì unicamente l'attribuzione di un risarcimento per somma determinabile in ragione della tipologia, della gravità e delle conseguenze dell'inadempimento statuale che in via equitativa può determinarsi non già in proporzione all'integrale danno subito bensì unicamente in misura corrispondente all'indennizzo che presumibilmente" la donna "avrebbe avuto il diritto di ottenere dallo Stato italiano". Indennizzo stimato congruo nella misura di 100.000 euro.
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