
(AdnKronos) - In un magazzino posto tra l’abitazione e le serre era stato rinvenuto un altro cospicuo quantitativo di marijuana, già essiccata, pari a circa 33 Kg; ben occultata, una pistola revolver carica, priva di marca, Cal. 38, con 4 bossoli già esplosi e 3 proiettili ancora integri, oltre a 6 proiettili dello stesso calibro; mentre all’interno dell’abitazione, in una cassaforte, veniva trovato un fucile Calibro 12, semiautomatico, marca Beretta, sottoposto a sequestro insieme alla pistola ed allo stupefacente. Nell’effettuare il sopralluogo dell’area adiacente alle 40 serre, ed in particolare nella zona dove sarebbe avvenuta la sparatoria, i Carabinieri avevano trovato, a terra un coltello da cucina ed un paio di forbici, sicuramente utilizzate dai ladri per tagliare i teloni in nylon della serre. Sempre a terra, in prossimità della prima serra e ad un paio di metri dall’abitazione, era stata rinvenuta e sequestrata una confezione di cartine per sigarette, poi accertata essere identica a quella trovata in possesso a Stoica, nonché un mozzicone di sigaretta ed un cellulare smartphone, riconosciuto come proprio dallo stesso cittadino romeno, che spontaneamente aveva riferito di averlo smarrito nei giorni precedenti.Di conseguenza, i quattro fermati sono stati condotti in caserma ed interrogati dal pubblico ministero di turno, assieme ai quattro cittadini rumeni che avevano tentato di derubarli. Da un lato, uno dei due fratelli Signorello ammetteva sia la coltivazione della marijuana che la detenzione illecita della pistola, senza fare alcun riferimento alla sparatoria; dall’altro, i quattro cittadini romeni ricostruivano con dovizia di particolari le fasi dell’accaduto. A seguito degli interrogatori, i due fratelli Signorello e i due operai romeni sono stati tratti in arresto e condotti presso il carcere di Trapani San Giuliano, in attesa della convalida mentre i militari dell’Arma, sotto la guida della Procura della Repubblica di Marsala, proseguivano in maniera incessante le attività di indagine per cristallizzare la dinamica dell’intero evento delittuoso e per rintracciare Maftei, ancora irreperibile. Nei giorni successivi, sono state organizzate delle battute di ricerca, oltre ad attività più accurate di sopralluogo tecnico scientifico con una squadra dei Carabinieri del Ris di Messina. "Queste attività si sono rivelate determinanti per l’esatta ricostruzione dei fatti: sia nelle serre - dove era stato rinvenuto il coltello - che sull’autovettura Alfa Romeo 156 utilizzata dai Signorello e sottoposta a sequestro, sono state rinvenute tracce di sangue - dicono i Carabinieri -Forti di tali risultanze, gli inquirenti hanno insistito con gli arrestati, sottoponendoli a svariati interrogatori e cominciando ad ottenere prime ammissioni da parte di Stoica". Lo scorso 22 maggio è stato rinvenuto, invece, su indicazione di alcuni contadini, in un appezzamento di terreno in contrada Biancolidda di Mazara del Vallo, a circa ottocento metri dall’azienda dei fratelli Signorello, il corpo di un uomo quasi totalmente carbonizzato. Immediati rilievi tecnici da parte del personale del Nucleo Investigativo di Trapani hanno consentito di rinvenire, dopo la rimozione del corpo, alcuni oggetti, nonché porzioni di indumenti, successivamente riconosciuti dai familiari di Maftei. Le successive analisi svolte dal Ris dei Carabinieri di Messina sui campioni di DNA repertati hanno accertato che il cadavere era quello di Cristian Maftei.