Trapani: ucciso mentre tentava di rubare piante cannabis, due arresti (3)

cronaca
AdnKronos
(AdnKronos) - A questo punto, interrogati nuovamente i fratelli Signorello, per contestargli non solo le dichiarazioni del cittadino romeno Stoica, ma anche le innumerevoli risultanze investigative emerse dopo il loro arresto, non ultimo il rinvenimento del cadavere di Maftei, i due fratelli hanno dato "una limpida e più lineare ricostruzione dei fatti delittuosi: la notte tra il 15 e il 16 maggio 2016, Giuseppe Signorello si stava recando nell’azienda agricola dove, con il fratello Vito e la partecipazione dei due braccianti romeni Stoica e Florian, coltivava una vasta piantagione di cannabis, per controllarla e prevenire i tentativi di furto già subiti nelle serate precedenti. A tal fine, lo stesso si armava del fucile già appartenuto al padre e di una pistola calibro 38 illegalmente detenuta, con il chiaro intento di utilizzare dette armi per proteggere l’illecita coltivazione - ricostruiscono i militari - Al suo fianco quella notte, vegliavano i due braccianti romeni, i quali, dopo essersi assopiti, sono stati repentinamente risvegliati dal rumore di colpi di fucile esplosi proprio da Giuseppe Signorello all’indirizzo di ignoti che si erano avvicinati alle serre per trafugarne parte del contenuto. Quest’ultimo, inoltre, con la canna rivolta verso la piantagione, aveva impugnato anche una pistola esplodendo altri quattro colpi in direzione delle voci".Direttosi, insieme ai due braccianti, verso il punto dove aveva percepito la presenza degli ignoti ladri, ha constatato la presenza del corpo di Maftei, deceduto a causa dei colpi esplosi dallo stesso. Preso dal panico, ha contattato telefonicamente il fratello, che è giunto sul posto pochi momenti dopo. Insieme hanno ordinato ai due braccianti rumeni di trasportare il corpo in un campo adiacente e di bruciare il corpo per cancellare ogni traccia. "Nonostante ciò, la tenacia investigativa dei militari dell’Arma ed i mezzi tecnico scientifici dei Ris di Messina ha consentito di fare chiarezza su questo delitto ed ottenere il provvedimento restrittivo emesso dal Gip di Marsala". "Con l’esecuzione di questa misura cautelate è stato confermato dallo stesso Procuratore facente funzione della Procura della Repubblica di Marsala, Anna Sessa, che non vi è alcun collegamento tra tali fatti e quanto verificatosi in contrada Ventrischi il 31 maggio scorso, in cui ha perso la vita il Maresciallo Silvio Mirarchi".

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