
Roma, 31 gen. (AdnKronos) - La minoranza Pd non sosterrà Michele Emiliano nella raccolta firme per un referendum interno sull'anticipo del congresso. L'iniziativa non raccoglie adesioni tra i bersaniani. Spiega Nico Stumpo all'Adnkronos: "La nostra linea è chiara: prima del voto, serve un congresso. E' una posizione politica precisa. Lasciamo stare le 'carte bollate'...". A norma di Statuto, la cosa sarebbe comunque praticabile. Articolo 27, comma 2: "È indetto un referendum interno qualora ne facciano richiesta il Segretario nazionale, ovvero la Direzione nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, ovvero il trenta per cento dei componenti l’Assemblea nazionale, ovvero il cinque per cento degli iscritti al Partito Democratico". Secondo l'ultimo tesseramento, gli iscritti sono circa 350mila. Servirebbero, insomma, poco più di 15mila firme. Un numero non esorbitante. Sulla carta, però. "Se ci fosse ancora un partito attivo, un partito in cui sai che ogni mercoledì ci sono riunioni di circolo... allora potresti anche provarci a raccogliere le firme. Ma, per come stanno le cose, ma dove li vai a prendere 15mila iscritti?", si osserva nella minoranza Pd. A maggior ragione, meglio tenersi fuori dalle 'carte bollate'. "Noi poniamo tre questioni: modifica della legge elettorale, congresso anticipato e sostegno al governo Gentiloni. Aspettiamo una risposta da Renzi. Il 13 febbraio c'è la Direzione", dice Davide Zoggia.
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