
(AdnKronos) - (Adnkronos) - "In entrambi i casi le città sono i luoghi di aggregazione delle sfide del contemporaneo: esplosione demografica, questione ambientale e sociale. Serve un diverso modello di sviluppo – ha continuano Ciambetti – che consenta e garantisca adeguati standard di vita anche alle località periferiche, alle campagne: non ha senso dilapidare miliardi e miliardi di fondi pubblici, guardiamo al caso italiano, per ospitare in condizioni assurde migliaia di immigrati: cosa si sarebbe potuto fare se gli stessi soldi bruciati nell’accoglienza fossero stati invece investiti nei Paesi d’origine per costruire scuole, ospedali, acquedotti, fognature?"."Le nazioni sviluppate devono investire nel terzo e Quarto Mondo e non immiserire ancor più popoli poveri o proporre loro modelli di sviluppo consumistico inconciliabili con le esigenze di un armonico sviluppo sociale ecosostenibile. Le tecnologie moderne possono essere strategiche e assicurare spazi di manovra un tempo impensabili anche nelle aree povere. Ma non possiamo di certo continuare con modelli di sviluppo basati sullo spreco, sulla distruzione delle risorse, su un consumo dissennato", ha avvertito. "La famiglia è il luogo della formazione, dell’educazione, della crescita: è il luogo dove si coltiva il bene comune. O torniamo a questo bene comune, al rispetto del bene della comunità, al rispetto della vita e dei suoi valori, rispetto dell’ambiente e delle sue esigenze o non invertiremo la rotta che sta conducendo l’umanità sull’orlo del precipizio. Città sostenibili e inclusive per famiglie sostenibili è la grande scommessa che possiamo giocare per impedire il tracollo, mettendo assieme, condividendo, le migliori esperienze".
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