Milano, 8 feb. (AdnKronos) - "Dodici anni a mio fratello Ambrogio equivalgono a una pena di morte". Luigi Crespi commenta cosi la sentenza che ha condannato il fratello Ambrogio, regista e videomaker, a 12 anni di carcere nell'ambito del processo a Milano su presunte infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia. "Durante il processo abbiamo confutato tesi e teoremi. Abbiamo portato testimonianze, dimostrato fatti e circostanze che il Tribunale non ha voluto vedere. Ambrogio non conosceva l'ex assessore Zambetti e gli autori del patto criminale. Ambrogio non è innocente, è estraneo". Luigi Crespi annuncia che "impugneremo immediatamente l'appello. La battaglia per la verità e l'onorabilità di Ambrogio è solo all'inizio".