
Roma, 24 nov. (AdnKronos) - "Il Mediterraneo per l'Eni è stato l'inizio. E' l'area che ci ha fatto crescere. Un'area che rappresenta il 45% della nostra produzione e delle nostre riserve. Quindi l'attenzione al Mediterraneo per noi è fondamentale". Così l'ad di Eni, Claudio Descalzi, nel corso del suo intervento al Forum Med. "Anche in questo periodo di prezzi bassi" del petrolio, "di tagli ai costi", spiega l'ad di Eni, "negli ultimi 4 anni abbiamo investito 10 miliardi di euro e quindi abbiamo investito moltissimo". Il potenziale che ha il Mediterraneo, sottolinea Descalzi, è ancora un potenziale inespresso. Ci sono ancora gap importantissimi tra il nord e il sud del Mediterraneo. Il Sud - rileva - ha un pil 7 volte inferiore al Nord del Mediterraneo. Il fattore che può innescare l'unione tra le due sponde è l'energia: c'è una fortissima complementarità tra Nord e Sud. Il nord dell'area non ha energia, non ha gas, deve comprare per il 95% e il sud ne ha molto di più di quello che ne deve utilizzare. Un elemento di unione è quindi proprio quello. Sprigionare quest grande energia e costruire un ponte più forte" tra le due sponde del Mediterraneo. Nel sud, poi, si può anche arrivare ad un mix energetico diverso: "nel sud ci sono potenzialità, il solare ad esempio, che unito al gas può contribuire ad un futuro energia a basso contenuto di carbonio. Superando i problemi geopolitici tra nord e sud si potrebbe esprimere una nuova forza".
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