Roma, 27 feb. (AdnKronos) - "Dopo la presentazione del Piano industriale di Carige la Uilca esprime la propria perplessità al ridimensionamento dell’Organizzazione di circa 1.250 addetti e di oltre 100 sportelli tradizionali, quando già 350 Lavoratrici e Lavoratori hanno aderito al Fondo e andranno via entro l’anno". Questo il commento del segretario generale della Uilca Massimo Masi. "Nonostante le rassicurazioni sul fatto che non ci saranno licenziamenti né mobilità selvagge non possiamo considerare quota 100 come una soluzione valida se considerato come un atto volontario", sottolinea Masi aggiungendo che il "piano sembra scritto dalla Bce, perché prevede esuberi e mobilità sui quali la Uilca intende trattare ma senza clausole capestro. È un piano già visto- continua Masi- in quanto sembra la fotocopia del primo Piano Industriale, da noi rifiutato, delle banche venete". La Uilca, rileva Masi, "ha ascoltato dalla viva voce dei Commissari il Piano ma non intende arretrare sulle proprie posizioni e intende soprattutto mettere al primo piano le Lavoratrici e i Lavoratori di Carige, che hanno già ampiamente pagato per colpe non proprie. Masi esprime inoltre una forte preoccupazione per questo massiccio derisking che va a colpire pesantemente l’economia dei territori dove opera la Banca e soprattutto le filiali che non hanno sede a Genova, sul futuro delle quali i Commissari non hanno fornito alcuna certezza. Per questi motivi la Uilca non può accettare di firmare 'cambiali in bianco' sulle spalle delle Lavoratrici e dei Lavoratori", conclude.