
Roma, 22 mar. (AdnKronos) - "Da quel che abbiamo potuto appurare sino ad ora, mi sembra che la questione sia circostanziata a Marcello" De Vito, l'ormai ex presidente dell'assemblea capitolina finito in manette con l’ipotesi di corruzione nell’inchiesta sullo stadio della Roma: "certo non sono né un hacker ne un magistrato, se poi oggi pomeriggio esce qualcosa... la premessa va sempre fatta in questi casi". Così il deputato M5S Francesco Silvestri, chiamato ormai da diverse settimane dai vertici 5 Stelle ad affiancare la giunta capitolina -ruolo in passato rivestito dagli attuali ministri Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede- mentre lascia Montecitorio per salire in Campidoglio."La cosa che va fatta e che stiamo facendo - spiega - è verificare, non avendo De Vito le deleghe, che abbia avuto interlocuzioni sane con chi si occupava dei settori coinvolti nel dossier stadio della Roma". Ma c'è anche un aspetto 'umano' da gestire, spiega il parlamentare romano. "Per noi è un lutto in casa - riconosce Silvestri - Al di là dello sgomento iniziale, a cui poi si sostituisce la rabbia, aver visto ieri Marcello, in tuta, varcare il carcere di Regina Coeli, be' è stato doloroso. La cosa umanamente ferisce: parliamo di persone con cui abbiamo costruito insieme, attivisti della prima ora poi diventati consiglieri in Campidoglio. Ieri guardavo i filmati del 2013, mentre gonfiavamo palloncini del M5S insieme: non è una vicenda che può non toccare umanamente".
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