Bologna, 8 apr. (AdnKronos Salute) - In Emilia Romagna c'è il rischio, come è accaduto in Veneto e in Molise, che vengano richiamati in servizio, nelle strutture pubbliche, medici in pensione, per carenza di specialisti. A riconoscerlo lo stesso assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, nel corso di una conferenza stampa in viale Aldo Moro. "Può darsi che succeda - conferma - c'è una legge, contro la quale ci siamo battuti, che consente alle strutture private di reclutare medici in pensione, mentre per il pubblico è vietato". La Regione - chiarisce Venturi - vuole "continuare ad assumere giovani medici", ma "avremo due o tre anni di difficoltà perché ci sono più specialisti in entrata che in uscita e potrebbero non bastare i medici giovani". Il problema non è certo determinato dalla mancata assunzione di medici da parte della Regione, "grazie alle assunzioni fatte in questi anni - sottolinea l'assessore - oggi sono 500 in più rispetto all'ultimo triennio" ma risiede nel 'collo di bottiglia' delle scuole di specializzazione che ferma l'iter di formazione dei medici. "Non abbiamo carenza di medici, ma di specialisti - spiega Venturi - negli ultimi anni sono 10.000 i medici che sono rimasti fuori dalle scuole: molti sono in attesa di entrare nel circuito delle specializzazioni e non riescono perché non ci sono borse sufficienti". "A livello nazionale - approfondisce - mancano da 2.000 a 2.500 borse di studio ogni anno, ne sono state finanziate con la Legge finanziaria un po' più di 800, ma sono insufficienti”. "Per questo - prosegue - stiamo ragionando sulle risorse necessarie ad aumentare le borse di specializzazione nel prossimo Patto della salute, l'anno scorso ne abbiamo finanziate un centinaio, quest'anno vediamo se riusciamo a fare anche meglio. Stiamo reggendo bene - assicura Venturi - ma se i concorsi vanno deserti e se non troviamo personale con altre forme di reclutamento, richiamare i medici in pensione la consideriamo come l'ultima delle possibilità ma rientra tra le cose che possiamo fare. Non possiamo interrompere un servizio pubblico – sottolinea Venturi - e in pensione ci sono medici bravi che possono continuare a lavorare. Noi qualcuno lo avremmo trattenuto volentieri". Per quanto riguarda l'aspetto giuridico, “abbiamo già fatto le nostre valutazioni" assicura Venturi e, comunque, i medici richiamati dalla pensione - precisa - “non sarebbero assunti ma avrebbero un contratto di collaborazione, ad esempio a progetto”.