Alimenti: Cna, burocrazia fa chiudere imprese artigianali - 1% in un anno

economia
AdnKronos
Roma, 12 nov. (Adnkronos) - Le imprese artigiane che somministrano cibo sul posto, dalle pizzerie al taglio alle gelaterie, alle rosticcerie, circa 76 mila esercizi sinonimo di tipicità e qualità, su un totale di 120 mila, sono diminuite, di quasi l’1% tra il 2016 e il 2017, quindi circa 700 hanno chiuso. Una situazione sorprendente visto che le imprese non artigiane, di questo settore, nello stesso periodo, sono cresciute del 2,5%. E’ quanto emerge da una ricerca dell’osservatorio Cna che fotografa i danni della burocrazia nel settore dell’artigianato alimentare da cui emerge anche che il 5 anni, dal 2012 al 2017, la quota di imprese si è ridotta addirittura di 1,2 punti percentuali passando dal 61,7% al 60,5% nel 2017 a favore della componente non artigiana. Il fenomeno, secondo quanto segnala la Cna, deriva sostanzialmente da una serie di difficoltà a cominciare dai numerosi adempimenti, oltre 80, che incontrano gli artigiani nello svolgere questa attivita’. Oltre al fatto che la somministrazione di cibi dal fornaio piuttosto che dal pasticcere è regolata da normative regionali che ad esempio impongono non ci siano i tavoli, se ci sono sedie non devono essere comode, e inoltre l’utilizzo esclusivo di posate in plastica monouso. "L’artigiano che rappresenta il top della qualità diminuisce e questo succede per colpa della burocrazia che lo travolge", dichiara il presidente e te della Cna Daniele Vaccarino, a margine della presentazione della ricerca "Comune che vai burocrazia che trovi - cibo a ostacoli" nella sede di Cna a Roma.

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