Roma, 11 giu. (Adnkronos) - "Nell’attesa che la giustizia completi il suo cammino, senza mai sottrarmi al vaglio critico dell’autorità giudiziaria, riprendo la parola, tornando dall’esilio in cui avevo scelto di stare". Lo scrive Nichi Vendola su Fb annunciando il suo ritorno dopo sulla scena pubblica da cui si era allontanato per il "coinvolgimento, per me drammatico e inatteso, nell’inchiesta sull’Ilva. In questi anni ho scelto di difendermi nel processo e non dal processo, rinunciando anche a reagire alla campagna politico-mediatica che si è svolta parallelamente allo stesso"."Penso che il trasferimento dei processi dai tribunali ai talk show e la conseguente pressione mediatica nuocciano alla giustizia. Penso che la 'guerra dei trent’anni' tra potere politico e potere giudiziario abbia fatto male alla nostra democrazia, diventando l’alibi che ha di fatto impedito una seria riforma della politica e della giustizia. Tuttavia io sono stato in disparte, anche perché l’unica ricchezza che ho cumulato nella mia vita è la reputazione, che non è un diploma o un curriculum ma l’immagine e il senso stesso di una vita intera"."Per me l’immagine e il senso di una storia di militanza cominciata all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, cioè cinquant’anni fa. Io attendevo dalla Corte di Taranto, dopo 8 anni di processo, di essere restituito a questa storia e all’assoluta correttezza delle mie azioni.Così non è stato. Aspetterò l’esito dell’appello con la stessa convinzione".