Milano, 9 nov. (Adnkronos) - "Oggi la sostenibilità è per tutti una priorità ineludibile. La nostra industria lo sa bene e non si tira indietro: stiamo, anzi, mettendo in campo un forte impegno per cogliere questa opportunità, driver irrinunciabile per lo sviluppo di lungo termine della stessa impresa, per ridurre la nostra impronta sul pianeta e per accrescere il benessere sociale ed economico del territorio e della comunità nella quale operiamo. In questa direzione, il progetto di ampliamento dello stabilimento Spin del Gruppo Bracco è un esempio virtuoso di come investire in sostenibilità generi ricadute positive in termini di occupazione e della responsabilità che le nostre imprese sentono verso il territorio e le persone”.Così, all'Adnkronos, il presidente di Assolombarda Alessandro Spada parlando di sostenibilità, dopo la notizia che il gruppo Bracco ha festeggiato i vent’anni dal recupero dell’ex stabilimento Snia di Torviscosa, in provincia di Udine.Gli aspetti dell'ambiente e del sociale, tra i pilastri della sostenibilità, per Spada devono formare un equilibrio perfetto con l'aspetto economico, o le imprese rischiano di non riuscire a stare al passo con i competitor stranieri: "Per vincere l'imponente sfida della sostenibilità -osserva Spada- bisogna fare attenzione ai tempi e ai costi, che non possono ricadere sulle imprese se non vogliamo impoverire irrimediabilmente il nostro sistema produttivo e perdere contestualmente la sfida di competitività con Cina e Stati Uniti". Ecco perché "è necessario un piano industriale che metta davvero al centro l’impresa e una visione strategica comunitaria del percorso di transizione, coerente con le peculiarità del nostro tessuto manifatturiero e supportato da adeguati strumenti finanziari. Il Pnrr da solo, infatti, non basterà a sostenere il costo complessivo per adeguarsi alle linee del Fit for 55, stimato da Confindustria in oltre mille miliardi di investimenti".In questa direzione, prosegue, "abbiamo chiesto un fondo sovrano comunitario basato sulla emissione di euro-bond che ci permetta di coniugare obiettivi di decarbonizzazione e di sviluppo industriale, scongiurando il rischio deindustrializzazione e contenendo il costo sociale della transizione. Parliamo dunque di una sfida possibile solo se giocata a livello europeo e su un piano razionale e non ideologico. Una sfida nella quale l’Unione europea è chiamata a dimostrare il proprio spirito comunitario, anche valutando percorsi di decarbonizzazione alternativi, ma allo stesso modo efficaci".Per il presidente di Assolombarda, "è del tutto irragionevole per ridurre le emissioni inquinanti puntare solo sull’elettrico, rinunciando all’uso di altri combustibili come biocarburanti, carburanti sintetici, e l’idrogeno, di cui proprio il nostro territorio è all’avanguardia". O ancora, "prendendo il caso dell’acciaio, rinunciare a parte delle nostre produzioni considerato che possediamo le più moderne tecnologie con ridotte emissioni e un elevato tasso di riciclo".Infine, "guardando alla direttiva della Commissione europea sulla qualità dell’aria per abbattere le emissioni inquinanti dell’80%, in Lombardia andrebbe eliminato il 75% delle attività industriali. E questo non sarebbe ancora sufficiente". Tutto ciò, conclude Spada, "rischia di minare la competitività internazionale della nostra industria e di vanificare i risultati straordinari di un territorio che oggi si colloca in vetta tra i grandi motori d’Europa e del mondo".