
Roma, 20 gen. (AdnKronos) - "Siamo usciti dalla stagione più truculenta di quello che i media definivano ‘conflitto tra politica e giustizia’ e che ha caratterizzato le ultime legislature. Non e' che la percezione dell'innalzamento dei livelli di etica pubblica sia divenuta improvvisamente più chiara: dalla politica, forse, si e' manifestato un atteggiamento meno conflittuale, e questo ha rappresentato un aspetto positivo". Lo ha detto il presidente del gruppo Misto Pino Pisicchio intervenendo in aula alla Camera."E' arrivato, però, il momento di ragionare, anche in assonanza con gli stimoli più volte posti dal Csm, sui modi per garantire la più alta percezione della terzietà dei magistrati e di stabilire in modo più rigoroso la loro estraneità alla politica evitando l' incrocio di carriere nei due ambiti. E' un tema di cui si deve far carico il parlamento, certamente, ma che non può lasciare indifferente il governo. Esistono, poi, aspetti strutturali che riguardano l'eterno dibattito sui mali della giustizia, come la durata delle prescrizioni, l'uso improprio del terzo grado di giudizio, la barocca farraginosità delle procedure", osserva. "Ma su alcuni aspetti occorrerà gettare una nuova luce di attenzione: se il 46% delle sentenze di secondo grado riforma quelle di primo grado, c' e', evidentemente, qualcosa che non funziona. Qualcosa da spiegare. E che la politica deve impegnarsi a capire. Perché, non dimentichiamolo mai, la giustizia negli stati democratici e' al servizio del cittadino", conclude.
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