
(AdnKronos) - Principale attività illecita esercitata dall’organizzazione mafiosa permane quella estorsiva in danno delle attività economiche presenti sul territorio, con particolare riguardo alle imprese aggiudicatarie di appalti pubblici, cui si associano le intimidazioni ed i danneggiamenti mediante incendio - atti strumentali per il raggiungimento dell’obiettivo individuato - da realizzare secondo un consolidato “protocollo operativo". Sono quattro gli episodi di estorsione rilevati dai Carabinieri. Le vittime sono un imprenditore titolare di concessioni edilizie per la costruzione di alcune villette in contrada “Sant’Onofrio” di Trabia; un’impresa edile impegnata nei lavori per la realizzazione di un istituto scolastico a Termini; un’impresa, aggiudicataria dei lavori di riqualificazione dell’ex cinema “Trinacria” del comune di Polizzi Generosa; una ditta edile aggiudicataria di un appalto pubblico, per un importo complessivo di circa trecentomila euro, per la ristrutturazione di un immobile denominato “Ex Carcere”, nel comune di Castelbuono."Diversamente, quando le vittime si sono mostrate non inclini ad assoggettarsi alle pressioni mafiose, gli affiliati hanno immediatamente riaffermato il potere sul territorio dell’associazione ricorrendo alle vie di fatto - ricordano gli investigatori - questa è la chiave di lettura di quanto accaduto nel maggio 2012, nella contrada ”Granza” di Sclafani Bagni, quando venivano incendiati e completamente distrutti quattro trattori e un bobcat parcheggiati all’interno di uno dei capannoni dell’azienda di proprietà di due imprenditori agricoli".In questa cornice di intimidazione si inquadra anche il tentativo di condizionare le scelte dell’Amministrazione comunale di Cerda. Il 30 ottobre 2012, a Cerda, vengono incendiate le autovetture nella disponibilità dell’allora sindaco Andrea Mendola. Le attività tecniche di intercettazione hanno consentito di ricostruire la dinamica di quei fatti delittuosi, evidenziando le responsabilità della locale famiglia mafiosa, che imputava al sindaco di non essere “vicino” alle istanze della criminalità organizzata. "Con riguardo alla gestione complessiva dell’attività d’indagine, alle difficoltà correlate all’ambiente operativo particolarmente ostico, si unisce l’atteggiamento mostrato dagli affiliati, i quali, consapevoli dei rischi connessi con la presenza ed il controllo delle forze di polizia, hanno posto in essere ogni possibile stratagemma per tentare di eludere le attività investigative", sottolineano gli investigatori.
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