
Milano, 31 mag. (AdnKronos) - Negli ultimi dieci anni si è dimezzato il numero di stalle presenti in Italia dove nel 2015 si è raggiunto il minimo storico di 33mila allevamenti, rispetto ai 60mila attivi nel 2005, per effetto del crollo del prezzo pagato agli allevatori che è sceso addirittura al di sotto dei costi di alimentazione del bestiame. E’ quanto emerge dallo studio Coldiretti 'Il latte italiano, un primato da difendere' divulgato in occasione della Giornata nazionale del latte italiano alla presenza del premier Matteo Renzi a Milano, dove si svolge l’appuntamento nazionale in occasione del Milk World Day promosso dalla Fao in tutto il mondo.A fronte di una produzione nazionale di circa 110 milioni di quintali di latte sono 85 milioni di quintali le importazioni di latte equivalente dall’estero, sotto forma - sottolinea la Coldiretti - di concentrati, cagliate, semilavorati e polveri per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all'insaputa dei consumatori perché non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. Si tratta di circa il 40 per cento di quanto si consuma in Italia e c’è dunque - continua la Coldiretti - il rischio concreto che il latte straniero possa a breve per la prima volta superare quello tricolore.La pressione delle importazioni di bassa qualità spacciate come Made in Italy hanno fatto crollare il prezzo alla stalla fino anche a 0,30 euro al litro che - denuncia la Coldiretti - non consentono neanche di garantire l’alimentazione degli animali e che spingono le aziende alla chiusura. In altre parole "gli allevatori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè al bar, quattro litri per un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar e quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette", si evidenzia.
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