
Milano, 13 giu. (AdnKronos) - Decelera la moda maschile nel corso del 2015, pur proseguendo il trend positivo: il turnover settoriale sale a 8,9 miliardi di euro, segnando un rialzo dell'1,4%. Lievemente disattese le previsioni dello scorso gennaio, dunque, a seguito dell’ennesima freddata che ha colpito i consumi interni. Mentre le dinamiche di export ed import confermano le stime, le vendite sul mercato nazionale nella seconda parte dell’anno, nonostante la schiarita del bimestre settembre-ottobre, sono tornate riflessive e non hanno, quindi, compensato le gravose perdite dei primi sei mesi dell’anno. Oltreconfine si registra un aumento del +2,3%, mentre il sell-out domestico permane in flessione, cedendo il -3,4% come nel 2014). Con riferimento ai singoli micro-comparti, chiudono il 2015 con un incremento sopra media sia la maglieria sia la camiceria maschile (superando entrambe il 3%), mentre l’abbigliamento mostra una crescita prossima all’1%. Di contro, si rilevano flessioni del turnover complessivo sia per la cravatteria sia per la confezione in pelle, in arretramento anche oltreconfine a differenza degli altri comparti.Il valore della produzione, così come nel 2014, si mantiene in calo, nella misura del -3,5%. L'export mantiene il suo ruolo fondamentale a supporto della crescita della moda maschile italiana. Le esportazioni di settore, grazie ad una crescita del +2,3%, oltrepassano ampiamente i 5,6 miliardi di euro; in tal modo, l’incidenza dell’export sul fatturato passa al 63,6%, guadagnando 0,5 punti percentuali rispetto ai dodici mesi precedenti. Nonostante il rimbalzo del 2014, l’import resta caratterizzato da una dinamica sostenuta pari al +7,8%, per un ammontare totale di 4 miliardi circa.
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