
(AdnKronos) - Dietro alcuni no, è il ragionamento che circola in ambienti 5 Stelle, c'è anche un problema di opportunità politica: il dubbio, negli ambienti che contano, è che Raggi alla fine non la spunti o che il suo governo non abbia lunga vita. Un rischio non da poco per professionisti di alto livello chiamati a metterci la faccia. Secondo alcuni, però, a freddare gli entusiasmi c'è anche una questione meramente economica: "chi guadagna svariate migliaia di euro al mese - ragiona un parlamentare - non rinuncia facilmente a una vita di agi per una spesa tra Aule e corridoi del Campidoglio". Ma può esserci anche dell'altro, come ha spiegato Tomaso Montanari sul suo blog d'autore sulle pagine di Repubblica. Accettare di diventare assessore alla Cultura di Roma per Montanari "sarebbe stata una straordinaria sfida professionale. Ma governare una città non è solo una questione professionale. Per farlo davvero bene – specialmente nella cultura – non si può essere capitani di ventura, o tecnici vaganti: bisogna essere un membro stabile di quella comunità". "È necessario essere parte di quel popolo, sentirsi esistenzialmente radicato a quelle pietre. Io non sono romano e non vivo a Roma: e in Italia come in pochi altri paesi il legame con la nostra città è viscerale, carnale. È un’appartenenza biunivoca: la nostra città ci appartiene, ma anche noi le apparteniamo. Dunque, questa non è la mia partita", ha riconosciuto lo storico d'arte pur sottolineando "il valore politico della proposta di Virginia Raggi".
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