Roma, 19 gen. (Adnkronos) - “Il governo italiano ha il dovere di protestare con la Cina per l’avvertimento intimidatorio lanciato dall’ambasciata cinese a Washington per bocca di Yang Shu, vice direttore generale delle relazioni internazionali del comitato organizzatore dei giochi olimpici invernali in programma in Cina dal 2 al 20 febbraio”. Lo dichiara in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan.“Yang Shu - continua Malan - ha affermato che ‘comportamenti o dichiarazioni contrarie allo spirito olimpico o a leggi e regolamenti cinesi saranno soggetti a sicura punizione’, che potranno includere la cancellazione degli accrediti e dunque l’esclusione dalle gare. Per quanto riguarda le violazioni dei regolamenti olimpici, non tocca certo al comitato organizzatore sanzionarle. Quanto alle leggi e regolamenti cinesi, ne conosciamo bene la natura totalitaria, e la formulazione ampiamente ambigua che può far diventare reato qualunque dichiarazione che non sia di acritico e incondizionato sostegno al regime del partito comunista cinese”.“Nella storia olimpica, che pure ha visto diverse edizioni aver luogo in paesi governati da feroci dittature, non si erano mai verificate simili intimidazioni – prosegue Malan - anzi, i regimi tentavano sempre in qualche modo di mostrare un volto di tolleranza e accoglienza, che fosse compatibile con lo spirito olimpico. Il Governo italiano, a difesa dei molti e valenti atleti azzurri che parteciperanno ai Giochi e della dignità nazionale, ha il dovere di chiedere chiarimenti alle autorità cinesi. Il Governo dovrebbe altresì allinearsi ai governi di paesi democratici, come Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Giappone e Nuova Zelanda, e stati membri della UE, come Belgio, Danimarca e Lituania che hanno annunciato l’assenza dei propri rappresentanti politici e diplomatici alla cerimonia inaugurale come segno di protesta per le sistematiche violazioni dei diritti umani in Cina. Una mancata risposta da parte del nostro governo su questi due temi - conclude Malan - sarebbe un incoraggiamento alla Cina a continuare le sue politiche liberticide che tenta di esportare nel mondo”.